12 luglio 2011

DECENTRAMENTO: A PICCOLI PASSI MA COMINCIARE


Sembrerebbe fatta, per le Zone milanesi entrate, dichiarazioni alla mano, nel cannocchiale che le dovrebbe condurre a divenire “municipalità”. Dopo anni a bagnomaria, con pochi poteri e poche disponibilità finanziarie, il programma del Sindaco Pisapia, dove sta scritto chiaro che prima si attuerà il decentramento rimasto sulla carta (del regolamento attuale) per poi passare a una fase di nuove competenze, è la carta di impegni per la rivincita delle Zone. Carta a cui credere, stante anche il fatto che il Sindaco – in una serie di incontri in cui poteva anche evitare l’argomento – l’ha invece ripreso, confermato e amplificato. Roba da non credere, per chi ha fatto il consigliere di Zona constatando un decentramento che camminava come un gambero. Peraltro, anche l’assessore al Decentramento, ha ribadito che la strada è tracciata, sollecitando le Zone ad aprire la discussione in concreto, con i cittadini, sul futuro assetto.

Tuttavia, ci sono una serie di questioni che è meglio porsi subito, poiché una cosa è scrivere e dire, un’altra tradurre in pratica. La prima è quella che si potrebbe tradurre con “chi ben comincia …”. Per concretizzare l’idea che si cambia, occorre qualche segnale a breve termine. Un colpo di rilievo sarebbe il trasferimento degli indirizzi sulla manutenzione ordinaria di strade, verde, scuole (anche in modo progressivo) alle Zone. Non si tratta, sia ben chiaro, di aumentare le spese, cosa peraltro impossibile, stante il buco lasciata dalla Giunta precedente. Semplicemente, di ripartire (sulla carta) quanto disponibile in nove sottocapitoli, relazionare uffici centrali e Zone, e consentire a queste di individuare le priorità. Il segnale metterebbe in angolo gli scettici, ma soprattutto sigillerebbe un nuovo patto Comune – Zone.

La seconda questione sta nelle possibili resistenze alla diffusione dei poteri (di decidere). Si dice che i funzionari dei settori centrali potrebbero frapporre ostacoli; e che gli assessori, una volta insediati, terrebbero ben strette tutte le competenze, nel gioco di passarsi la “carta” di chi comincia a cedere qualcosa all’infinito. Si tratta, evidentemente, di preoccupazioni che hanno qualche fondamento in quanto avvenuto in passato. Non è un caso se la precedente segreteria generale del Comune, aveva bocciato le ipotesi di qualche pur timido passaggio di competenze formulato nello scorso mandato amministrativo. E, d’altro canto, è evidente che veri poteri alle Zone muterebbero l’assetto delle dirigenze.

D’altro canto, se qualcuno – con un filo di cattiveria – va a dire a un assessore che gli “sparisce” – per disgregazione in nove – l’assessorato, è dubbio che sia contento. Anche qui, dovrebbe cambiare la visuale: la valorizzazione delle risorse interne – ben reperibili nel personale in forza – passa anche dal concetto che le Zone, rafforzate, valgono come un Settore comunale. Questo valore paritario, ben può condurre il personale a condividere la via del decentramento. Quanto agli assessori spetta loro la politica amministrativa d’area vasta: mica poco, in una sfida che si fa sulle idee, anziché sui singoli appalti. E alcuni segni di attenzione, occorre dirlo, ci sono già, con provvedimenti che vedono, fin dalla genesi, il coinvolgimento della Zone voluto dagli assessori.

Ultimo tema (fra gli altri che si potrebbero affrontare, quali la preparazione di Zone e consiglieri ai nuovi compiti) è quello dei soldi. Essendocene pochi, ed essendo residuale l’ipotesi che aumentino, c’è chi si chiede come si potrà fare, poiché la traslazione di competenze è spesso connessa a un aumento di spesa. Ora, su questo occorre chiarire che il patto Comune – Zone deve avere come reciproco obbligatorio impegno, che non si spenda un euro in più (in realtà, ci sarà qualche euro in meno). Ciò è possibile se le Zone si assumono un impegno di controllo – quello dell’occhio attento sul e nel territorio, che potrebbe determinare qualche risparmio.

Meno (mi) appassiona il dibattito su quante zone si potranno fare, perché alcune sono troppo grandi. E’ una discussione che potrà arrivare solo in chiusura del percorso, quando le Zone avranno sperimentato – e i cittadini avranno potuto misurare – la capacità di gestione decentrata di una serie di competenze: manutenzione per prima, ma non la sola.

 

Fabio Arrigoni



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