12 luglio 2011

MILANO E TAV: PRESTO IN GRECIA A GRAN VELOCITÀ


 

Milano diventerà presto la capitale italiana dell’alta velocità! Sarà collegata con Lione e Parigi via Torino, con Venezia, con Genova, (mentre lo è già con Roma e Napoli). Ottimo per i milanesi, un disastro per i conti pubblici e per l’economia del paese. Nessuna di queste nuove costosissime linee si ripaga per più del 20% con le tariffe degli utenti: tutto il resto lo devono pagare i contribuenti con le loro tasse. Nessuna di queste linee ha mai passato un test costi-benefici sociali “terzo” (cioè una analisi che tenga conto anche dell’ambiente, dei risparmi di tempo ecc., ma non sia pagata dai soggetti interessati a costruirle).

Vediamo più da vicino i tre progetti. Uno la linea AV Milano Venezia, è pensato soprattutto per i passeggeri. Solo che tra la due estremità il traffico è e rimarrà modestissimo in relazione al costo e alla capacità della nuova linea (300 treni/giorno). Quindi i guadagni di tempo, dovendo la gran parte dei passeggeri “rientrare” con raccordi sulle città intermedie, saranno di pochi minuti. Ma non c’è problema, non rimarrà deserta: infatti si pensa di proibire la concorrenza ai treni di altri operatori (diversi da FS) che volessero, andando solo un po’ più piano, offrire tariffe più basse sulla linea esistente.

Per le altre due, stando alle cifre ufficiali, si tratta di progetti dedicati principalmente alle merci, perché il traffico passeggeri è risibile (la Torino Lione e la Milano Genova). Peccato che i treni merci adatti all’alta velocità non esistono ancora, e le merci via treno non sono interessate alla velocità, tanto che sulla rete francese non possono nemmeno passare. C’è poi un altro problema: il traffico ferroviario merci non cresce da decenni, nonostante i sussidi, e inoltre passerebbe benissimo sulle linee esistenti anche se crescesse parecchio (dunque si tratta di costi astronomici certi a fronte di un evento molto incerto).

Molti penseranno: ma comunque il traffico arriverà, una volta fatte le linee. Certo, si è visto sulla Milano-Torino: passavano all’inizio 14 treni AV, pare che ora li portino a 20, e un domani, chissà, a 30. Peccato che la capacità aggiuntiva di quella linea è di 330 treni al giorno, e sarebbe costato meno alla collettività portare quei passeggeri in elicottero, gratuitamente.… La gran parte degli studiosi (quelli non retribuiti da promotori) l’aveva ovviamente previsto. Uccelli del malaugurio. Diversa la storia sulla Milano-Roma, ben utilizzata come tutti gli studi prevedevano, a riprova che forse qualche razionalità nelle scelte sarebbe utile. A parte il trascurabile dettaglio che è costata il triplo del previsto, ma certo per questo non tutti piangono.

C’è però molto di peggio all’orizzonte che fare opere costosissime e inutili: è non finirle mai. I soldi pubblici sono già oggi scarsissimi, e lo saranno ancora di più in futuro. Il rischio maggiore è che per consenso “bipartisan” si aprano tutti questi cantieri, specialmente vicino alle elezioni, e poi si interrompano i lavori per ricorrente mancanza di fondi (i costi però corrono, i cantieri non vengono mai chiusi del tutto). Tempi infiniti e costi alle stelle: l’AV insegna, come insegna che una buona sequenza di proteste locali serve ottimamente a far crescere ulteriormente questi costi.

Che fare? Federalismo spinto, ma alla francese. I soldi del centro vengono dati, per le infrastrutture, alle regioni per il 50%, ma senza cartellino: li possono spendere in opere costose e di scarsa utilità solo se così decidono, confrontando queste scelte con altre priorità sociali. Certo le logiche cambierebbero, e anche il confronto democratico. Se si continua invece sulla strada intrapresa, e nessuno pensa seriamente di alzare le tasse per finanziare questi costosi giocattoli, certo il paese d’Europa cui ci avvicineremo di più, e con grande velocità, sarà la Grecia.

 

Marco Ponti

 



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