5 luglio 2011
Le ultime elezioni hanno portato al PD un successo elettorale in parte inatteso, tant’è vero che c’è voluto un po’ di tempo per organizzare dei veri e propri festeggiamenti. Un altro fatto importante è accaduto ed anche questo “inaspettato”: il centrosinistra, e in particolare il PD, si sono riappropriati del tricolore. Sulle origini della nostra bandiera ci sono diverse interpretazioni, la più diffusa è che sia una rielaborazione di quella francese; come sempre si pensa a una influenza straniera e non a una produzione autonoma: se così fosse sarebbe nata subito come viene rappresentata ora, mentre le più antiche erano quadrate e la disposizione dei colori non era codificata. La prima bandiera ricorda l’attuale bandiera presidenziale.
Secondo l’interpretazione garibaldina i tre colori rappresentano: il verde la pianura padana, il bianco le nevi alpine e il rosso i vulcani. Questa spiegazione è senz’altro la più appropriata perché la più unitaria e culturalmente autonoma ed è anche quella che ci piace di più. Nella tanto glorificata bandiera francese il bianco rappresenta il giglio dei re di Francia. Non dimentichiamoci che il tricolore sventolava sulla Repubblica Romana, a difesa di una costituzione tra le più innovative del mondo, tant’è vero che a difenderla, arrivò la “migliore gioventù” d’Europa e d’America.
Il periodo peggiore del tricolore fu nel secondo dopoguerra dove, chissà per quale motivo, finì nell’oblio. Gli unici partiti che l’avevano nel proprio simbolo erano il PCI, il PLI e il MSI; anche se credo che lo schieramento di destra, un tempo grande difensore del tricolore, se ne sia appropriato più per caso che per scelta. Durante la guerra civile, la bandiera “bianca, rossa e verde” rappresentava tutti i combattenti e, tutte le parti cercarno di farla propria, la resistenza con la stella “tricolore” e la RSI con una bandiera che riprendeva una della Repubblica Romana.
La Destra, ai giorni nostri, come se l’è trovato se l’è perso, complice anche la presenza del verde padano. Se viaggiate verso nord e passate attraverso i paesi, si percepisce il tipo di giunta dalla presenza o meno del tricolore nelle vie, sopratutto in questo periodo di ricorrenza del 150° il tricolore rappresenta chiaramente il centrosinistra.
Credo che il PD, non in maniera strumentale ma, per riappropriarsi di tutto il meglio della tradizione risorgimentale e unitaria, non debba sprecare quest’occasione e fare del tricolore una presenza costante nei circoli, dalle manifestazioni pubbliche di massa ai banchetti al mercato, per contribuire, in un momento in cui nascono nuovi italiani, a essere uniti vicino alla bandiera. Dovremmo imparare dagli americani che sulla bandiera non “scherzano” e che nonostante scontri e polemiche, si ritrovano tutti sotto la stessa.
La bandiera è importante anche nella sua dimostrazione corretta, cioè con il verde come primo colore; spesso si vede esposta al contrario anche da sindaci e questo è uno spettacolo certamente triste, perché credo succeda solo da noi, tra l’altro l’inversione dei colori la confonde con quella ungherese e iraniana.
Sulla bandiera grava una tassa sulla pubblicità, infatti, chi la espone rischia di doverla pagare. A Desio, dove pare governasse una giunta Lega ‘ndrangheta, un albergatore ha esposto il vessillo nazionale, l’Ufficio Tributi Comunale ha richiesto 140 euro d’imposta. A tal proposito potremmo proporre, con una grande valenza simbolica e iniziando da Milano, l’abolizione di ogni tassa comunale sull’esposizione della bandiera, mentre si potrebbe predisporre una sanzione per chi, sopratutto se ufficio pubblico, la espone in maniera scorretta, potrebbe essere una fonte di “finanziamento”.
Massimo Cingolani