5 luglio 2011

NAPOLITANO E IL FUTURO DEVASTATO


«Caro Presidente, non permetta che devastino il nostro futuro!», con queste parole scritte su un cartello i giovani invitati all’incontro a Palazzo Vecchio a Firenze accolgono il Presidente Napolitano. Dieci tra neolaureati e studenti universitari in Scienze politiche, Giurisprudenza, Media e giornalismo e Relazioni internazionali hanno il privilegio di porre al Presidente domande sull’Italia e l’Europa, sulla unità del Paese, la responsa-bilità e le aspirazioni dei giovani, con l’obiettivo di portare poi un messaggio su questi temi ai loro compagni e ai loro amici.

Un’occasione per richiamare principi affermati limpidamente nella Costituzione e valori fondanti del nostro Paese, a partire dal dovere inderogabile della solidarietà e sussidiarietà, dal principio di responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche, alla moralità personale e collettiva e alla doverosa salvaguardia del nostro patrimonio storico-artistico.

Il Presidente Napolitano si pone in modo pacatamente interlocutorio, non assume in nessuna circostanza l’atteggiamento di chi sia venuto con l’intento dare delle ricette e rifiuta con fermezza, considerandolo infondato, il pessimismo di chi vede i giovani dominati dall’indifferenza e dall’egoismo, sordi ai problemi e agli interessi generali. Si osservano in ogni circostanza ‘molle’ che spingono i giovani ad agire socialmente, con generosità, nel volontariato sia laico che cattolico, nel servizio civile; molle che possono essere stimolate e dare grandi frutti.

Anzi i giovani di oggi, secondo Napolitano, sono motivati da forti ideali, sono incamminati con determinazione sulla strada maestra indicata dalla nostra Costituzione e mettono impegno a coniugare unità italiana ed europea, valorizzando diversità e pluralismo. Spetta ai giovani sollecitare e accelerare il cammino verso le pari opportunità: le prime nomine di donne nel ruolo di presidente di un grande tribunale, quello di Milano, di una Corte d’Appello a Venezia e della Corte di Cassazione sono soltanto una tappa del cammino verso l’affermazione di una piena parità o pari opportunità di genere. Il Presidente afferma senza mezzi termini che la strada da compiere per dare davvero spazio alle donne è ancora lunga: Se si vedono le percentuali di elette in Parlamento cadono le braccia, la rappresentanza femminile è il punto più nero.

Non può mancare, in un frangente in cui i dati dell’occupazione giovanile creano evidenti preoccupazioni collettive e un clima di insicurezza del quotidiano, l’attenzione al valore del lavoro, al diritto e all’aspirazione personale al lavoro di ogni ragazza e di ogni ragazzo, al problema della giustizia intergenerazionale. Secondo i più recenti dati dell’ISTAT, in Italia il tasso di disoccupazione giovanile – giovani disoccupati e ‘scoraggiati’, che non cercano neppure più un lavoro perché hanno perso la speranza di trovarlo – si attesta al 29% dell’intera generazione tra i 15 e i 24 anni (1).

Agli occhi delle giovani generazioni la dimensione del futuro è nebulosa, diventare giovani adulti può significare diventare disoccupati, sperimentare la non-tutela e la precarietà del lavoro, rischiare di soccombere a una realtà appiattita sul presente, non avere fiducia in sé e negli altri. E quando c’è appiattimento sul presente c’è vulnerabilità, non c’è la programmazione del futuro e prevalgono sentimento di precarietà e paura incombente. Nella società contemporanea avanzata e fluida, del rischio e dell’incertezza, costantemente esposta al nuovo e caratterizzata dall’imponderabile e dalla non programmabilità, in cui tutto si vive a breve (compresi i contratti di lavoro e le vite affettive), si fa gigantesca l’incognita nei confronti del futuro e macroscopica la difficoltà a progettare il domani.

Anche nel passato non sono mancate le grandi paure, paure però nel complesso prevedibili – come carestia, fame, guerra, atti predatori, furto, assassinio; ma nel tempo lento ci si poteva in qualche modo attrezzare nei confronti di queste paure. Oggi, nel mondo in cui i soggetti possono perdere di più – mentre in passato potevano acquistare di più – ogni evento è difficilmente dominabile e soprattutto i giovani avvertono una condizione di inadeguatezza e di precarietà. La società adulta ha il dovere di dare incentivo per allentare e ridimensionare la paura, per sviluppare dinamiche costruttive e per riorganizzare la speranza, secondo indirizzi ideali e parametri di moralità personale e pubblica, privata e collettiva Voi dovete riuscirci, se mi permettete vi trasmetto un imperativo – così si congeda Giorgio Napolitano dai suoi giovani interlocutori. Solo così l’Italia riuscirà ad avere un futuro! Parola di Presidente. E noi ci crediamo. Se non ora quando?

Rita Bramante

(1)

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-02-01/disoccupazione-giovanile-dicembre-nuovo 101533.shtml?uuid=AaEsno4C&fromSearch;

http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/L-Istat-racconta-dei-giovani-senza-presente-1-8589;

http://www.istat.it/;

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-06-02/giovani-senza-lavoro-rischiano-125812.shtml?uuid=AamGjecD



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