28 giugno 2011

cinema


GIANNI E LE DONNE

di Gianni Di Gregorio [Italia, 2011, 86′]

con Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Alfonso Santagata, Elisabetta Piccolomini, Valeria Cavalli, Aylin Prandi, Kristina Cepraga, Michelangelo Ciminale, Teresa Di Gregorio

Gianni (Gianni Di Gregorio) proiettato in un mondo pieno di donne che lo accudiscono, coccolano e viziano; un sessantenne ancora virile e piacente che gode dei bagordi festaioli e del gentil sesso. Una corsa in moto con i capelli al vento. Ci saluta con queste immagini Gianni Di Gregorio: autore, sceneggiatore e regista di Gianni e le donne [Italia, 2011, 86′]. Immagini di risposta a Michelangelo (Michelangelo Ciminale), fidanzato della figlia (Teresa Di Gregorio), curioso di sapere «cosa gli dice il cervello?». Gianni risponde a se stesso (e anche a noi in sala), evadendo in un viaggio onirico dove – finalmente – può abbandonarsi ai desideri. Ma questo è un sogno. Una finzione.

In realtà, Gianni è un pensionato che deve fare i conti con una moglie opportunista e una madre (Valeria De Franciscis) ossessiva; pochi stimoli in una vita dettata dalla routine. La telecamera segue la quotidianità di Gianni, lo guarda mentre passeggia nella sua rassegnazione. Il tutto è costruito in modo divertente, giocando con l’agrodolce tipico della commedia italiana. Di Gregorio aveva già proposto il suo cinema “popolare” in Pranzo di ferragosto[2008], strizzando l’occhio all’ “uomo qualunque” in maniera semplice e brillante. Se nel suo film precedente il problema era gestire un pranzo popolato da una ciurma di vecchiette, ora Gianni si scontra con i problemi di una generazione arrivata alla mezza età e trascurata dall’altro sesso. «Sono diventato trasparente», nota Gianni. E mentre si accorge di essere una specie di soprammobile inutile, osserva. Scruta la sua vita nel momento stesso in cui la vive. Il risultato è una riflessione leggera sulla sua situazione, ondeggiando tra malinconia e simpatia.

In una scena del film Gianni si guarda alla specchio; forse, è proprio quello che fa il Gianni-regista attraverso il Gianni-protagonista: si guarda allo specchio poco consapevole che – citando Eraclito – «il tempo è una ruota che gira».

Ogni tanto il suo occhio cade sul decolté provocante di donne ancora in voga, mentre si rende conto che – in lui – di prorompete c’è solo l’inesorabile età che avanza. Non c’è volgarità nell’ammiccare della telecamera su sguardi e corpi. La commedia di Di Gregorio è divertente e divertita. Un fare cinema quasi umile, pacato, riflesso nei modi del protagonista.

Il regista inserisce se stesso in una storia e ce la racconta; l’aveva già fatto nella sua opera prima e ora utilizza lo stesso stile narrativo in Gianni e le donne.  Allora, il suo “saluto” finale che ha tanto di vaneggiamento non è soltanto un sogno, ma un miscuglio tra realtà genuina e finzione cinematografica. Un abbraccio spontaneo di Gianni (regista e attore) alla commedia all’italiana che – ogni tanto – qualcuno riesce ancora a far vivere.

 Paolo Schipani

In sala: Anteo Spazio Cinema – giovedì 30 giugno [15.30, 17.30, 20.00, 22.00]

 

THE HUNTER. IL CACCIATORE

di e con Rafi Pitts  [ Shekarchi, Iran, 2010, 90”]

con Mitra Hajjar, Ali Mazinani

Ali é un cacciatore. Il titolo dell’opera cinematografica del regista iraniano Rafi Pitts  delinea inequivocabilmente la natura del suo protagonista.  Ali caccia nei boschi della periferia di Teheran durante tutta la prima parte del film. Il suo stato di ex detenuto lo ha costretto ad accettare un lavoro alienante come guardiano di notte di una fabbrica. La caccia è l’hobby che allieta e scandisce giornate altrimenti tutte uguali.  È proprio al ritorno da una lunga battuta di caccia che scopre la casa vuota. Sua moglie e sua figlia non sono ancora tornate dalla scuola della piccola.

Ali riceve la telefonata della polizia e viene trattenuto per ore in commissariato senza alcuna spiegazione. Solo dopo una logorante attesa gli viene tragicamente comunicata la morte accidentale della moglie e della figlia in uno scontro a fuoco tra manifestanti e polizia. Ali ha già individuato la categoria a cui appartiene il colpevole. Le sue prede non sono più, quindi, gli animali dei boschi desolati nei dintorni della città bensì le persone che indossano la divisa della polizia.

La drammatica perdita della famiglia da parte di Ali, permette al regista di rendere The Hunter un film dal doppio volto. La prima parte è una denuncia silenziosa e feroce di un Iran reso disumano dal regime totalitario di Ahmadinejad. La seconda, più animata e dialogata ma forse meno incisiva, ci mostra il lucido e spietato tentativo di giustizia privata di un uomo che, persa la fiducia nelle istituzioni, non può che ricorrere alla vendetta personale. La tragedia che colpisce il protagonista è solo apparentemente un fatto privato. In realtà, è il riflesso di un clima visibile di fermento popolare che premeva al di sotto degli organi di potere già nell’Iran di due anni fa. Una sceneggiatura più esplicita, ovviamente, non gli sarebbe stata permessa.

In sala a Milano: Cinema Centrale

 

Arene estive AriAnteo

Torna l’iniziativa AriaAnteo, il cinema all’aperto a Milano.

Da giugno a settembre, le arene estive del Conservatorio, di porta Venezia e dell’Umanitaria proiettano le migliori pellicole della stagione. I capolavori Il discorso del re, Black Swan, Il Grinta, Habemus Papam sono accompagnati da un nutrito e interessante seguito.  Il cinema all’aperto é un’occasione imperdibile, l’emozione della visione della pellicola è accompagnata dalla suggestione di una meravigliosa cornice.I calendari delle tre arene sono visibili sul sito http://www.spaziocinema.info/news/arianteo2011.

  

Marco Santarpia

  

questa rubrica è a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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