21 giugno 2011

musica


 

MENDELSSOHN AGLI ARCIMBOLDI

C’è uno scampolo di programmazione musicale di fine stagione, molto poco pubblicizzato eppure di considerevole interesse. Si tratta di una miniserie di cinque concerti di musica sinfonica eseguiti dall’orchestra dei Pomeriggi Musicali al Teatro degli Arcimboldi, cioè fuori dalla sede propria del Teatro Dal Verme e fuori anche dalle usuali tournée nelle provincie lombarde (ricordiamo che i Pomeriggi Musicali sono una Fondazione partecipata dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione, e per questo giocano un importante ruolo nella diffusione della musica classica anche nelle altre città della Lombardia).

La serie è cominciata il 7 e si concluderà il 26 giugno con un concerto diretto da Aldo Ceccato che eseguirà il Concerto n. 1 di Liszt per pianoforte e Orchestra (pianista Giuseppe Albanese) preceduto dall’ouverture dei Vespri Siciliani di Verdi e seguito dai Quadri di un’esposizione di Musorgskij nella trasposizione per orchestra di Ravel.

Il concerto di mezzo, quello di giovedì 16, era particolarmente intrigante non solo per il programma (il “Concerto per violino e orchestra”, opera 64, e le “Musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate”, opera 61, di Mendelssohn) ma anche e soprattutto a causa della inusuale giovinezza dei due protagonisti: un direttore d’orchestra di ventitre anni, il veronese Andrea Battistoni, e una violinista di ventidue, la bolognese Laura Marzadori.

E’ vero che la storia, e abbastanza spesso anche la cronaca, ci hanno un po’ abituati a questi ragazzi-prodigio, ma dobbiamo riconoscere che – specialmente oggi, con i problemi dei giovani che non trovano lavoro e che vengono chiamati bamboccioni anche da un nostro autorevole e rimpianto ministro – vedere due ragazzini sul podio, per giunta con insospettabile grinta e autorevolezza, ci sorprende ancora molto e ci fa pensare che la musica riesca a fare veri e propri miracoli.

Pensiamo che la maturità musicale venga solo con gli anni, con tanti anni di lavoro e di fatica, di successi e di insuccessi, di soddisfazioni e di delusioni (se la musica racconta e svela gli angoli e gli aspetti più intimi e ignoti dell’esistenza, bisogna averla consumata l’esistenza, non basta immaginarla!), ma poi ci ricordiamo che l’ouverture del “Sogno” è stata scritta da Mendelssohn quando non aveva ancora diciotto anni e non possiamo che accogliere con grande interesse questi ventenni che oggi la interpretano.

Il ritmo impressi da Battistoni a entrambe le composizioni era molto piacevole, di scuola abbadiana, e molto curati gli attacchi e i dettagli; brava anche la Marzadori, con bei suoni morbidi e un fraseggio convincente. Forse le è mancata solo un po’ di energia, quasi non fosse abituata al volume di una grande sala da concerto (così peraltro è apparso ancor più chiaramente nell’esangue bis tolto dall’inevitabile partita per violino solo di Bach).

La chicca vera del concerto erano però quelle “Musiche di scena” per la celebre opera shakespeariana in cui comparivano, oltre all’Orchestra al completo, il Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala (bravissimi i ragazzi e le ragazze, e fra queste le due ottime soliste Barbara Massaro ed Elena Caccamo) e soprattutto alcuni monologhi estratti dal testo originale e magistralmente recitati dallo stesso direttore d’orchestra, che si voltava verso il pubblico con voce stentorea e dizione solare mentre con la bacchetta riusciva a dare all’orchestra, di spalle, attacchi e tempi perfetti. Veramente bravo.

Queste musiche comprendono oltre alla celebre Ouverture e alla ancor più celebre Marcia Nuziale, una serie di Lieder con coro abbastanza poco conosciuti ma di grandissima qualità, tanto che viene da domandarsi come mai a nessuno venga mai in mente di rappresentare integralmente l’opera di Shakespeare con questo magnifico corredo musicale scritto da Mendelssohn per la recita che si tenne nel 1843 nella reggia di Potsdam in presenza dell’imperatore Guglielmo IV° di Prussia. Ci rendiamo conto della difficoltà di mettere insieme tanti artisti – attori, musicisti, mimi, cantanti, ecc. – ma neanche è pensabile che si possa lasciare nell’oblio, o confinare in esecuzioni parziali, un’opera di tale bellezza e importanza.

Attenzione: Battistoni, grazie a uno di quei gesti coraggiosi e lungimiranti cui Lissner ci sta abituando, debutterà alla Scala con le Nozze di Figaro nella prossima stagione, appena ventiquattrenne, e sarà dunque il più giovane direttore d’orchestra che sarà mai salito sul podio del nostro massimo teatro. Crediamo che non lo si possa proprio perdere.

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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