31 maggio 2011

LA SALITA “DEL” CARRO DEL VINCITORE


È cominciata la salita del carro del vincitore: il carro e a bordo la squadra. Salita, certo una fior di salita visto il panorama di distruzioni che ci circonda: discredito delle istituzioni cittadine, una macchina comunale duramente piegata a servizio dell’interesse di pochi e non di tutta la città, un rapporto con i Comuni contermini – la grande Milano – tutto da costruire, una società urbana da ricomporre, una forma urbis civile che sarà difficile riannodare a un presente che l’ha travolta.

La salita del carro è tortuosa e passa anche per il rapporto tra gli elettori e le forze politiche che li rappresentano, sia a destra sia a sinistra. Giuliano Pisapia con la sua vittoria, che gli analisti dei media stanno spiegando in tutti i modi possibili, spesso con giravolte personali che sanno di riposizionamento, si deve far carico anche questo fardello: le divisioni e l’antagonismo che hanno connotato la campagna elettorale morattiana debbono ricomporsi ma non banalmente in uno “scurdammoce ‘o passato”, guai se così fosse! È giunto il momento di promuovere una nuova saldatura tra elettori ed eletti per non sciupare una parte consistente del patrimonio di questa tornata elettorale. Bisogna sperare che lo si faccia anche nel campo avverso.

Se le forze che da ieri sono all’opposizione non lo sapranno fare – Pisapia lo ha saputo fare unendo tutta la sinistra alla sua base elettorale – renderanno la vita difficile non solo a loro stesse ma anche al nuovo sindaco e alla sua Giunta; l’esperienza sindacale lo insegna: con un interlocutore realmente rappresentativo si può trattare e trovare un accordo: senza reale rappresentatività ogni accordo è vano. La politica, anche quella cittadina, non può prescindere dalla disponibilità delle parti a trovare un’intesa sui temi generali e sui fondamenti del dibattito democratico, a cominciare dal rispetto delle minoranze, virtù ignota alla Giunta uscente. Il successo delle politiche cittadine – traffico, qualità dell’aria, utilizzo degli spazi pubblici, … – dipende direttamente dal patto di civiltà tra cittadini e dal patto di lealtà tra sindaco, Giunta e città. Salita, dunque, sempre salita.

Ma la salita è meno dura se il carico del carro è leggero ma il fascino del carro del vincitore è intramontabile com’è inesauribile il desiderio di appropriarsi dei meriti della vittoria. Questo della squadra da imbarcare sul suo carro sarà per Pisapia un nodo arduo da sciogliere: un difficile equilibrio tra riconoscenza, spesso pretesa, per chi ti ha affiancato nella battaglia elettorale e il desiderio di circondarsi di persone competenti e adatte al ruolo.

Qualche settimana fa, poco dopo aver vinto il primo turno, Giuliano Pisapia presentò alla stampa il suo progetto “istituzionale” per il Comune: l’elenco di assessorati e la novità di alcuni incarichi, per così dire, non istituzionali in senso stretto ma funzionali alla sua politica di rapporti con i cittadini. Il pubblico e i media si sono buttati alla ricerca dei nomi con i quali riempire le caselle cozzando contro il diniego del futuro sindaco a fare nomi.

Ora li dovrà fare ma dovrà anche esplicitare il contenuto delle deleghe che intende dare ai singoli assessori, al vicesindaco e forse aggiustare il tiro rispetto alla prima ipotesi di architettura istituzionale, con il solito dubbio: trovo l’uomo e gli confeziono il vestito o faccio un vestito e trovo l’uomo adatto a portarlo? Questo sarà il primo banco di prova per il nuovo sindaco, forse il più importante per riavvicinare gli elettori agli eletti, almeno quelli di sinistra.

Luca Beltrami Gadola



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