31 maggio 2011

Scrivono vari – 01.06.2011


 Scrive Piero Bassetti ai 51 – Cari Amici, nei due tempi in cui abbiamo recato un nostro contributo al successo di Giuliano Pisapia – quello “per il 51” e quello “oltre il 51” – è successa una rivoluzione civile che oggi giudico con tre parole: bella, utile, incompiuta. Bella è stata la partecipazione mossa da una diffusa volontà di cambiamento, a favore della nostra città e nel pensiero che da qui – come è stato storicamente tante volte per Milano – si genera probabilmente un’onda lunga a favore di tutta la comunità nazionale.

Utile è stato “mettere la faccia”, soprattutto da parte di chi svolge responsabilità nelle professioni, nel sistema scientifico e accademico, nelle imprese, nei servizi. Non quella “borghesia” degli opportunismi che hanno cercato di dipingere o quei circuiti dei “soliti noti” paghi di fare un appello e di essere magari solo “contro”. Utile è stato vedere chi ha avvertito la necessità di cercare insieme un nuovo contesto per svolgere meglio quelle responsabilità.

Incompiuta è la scomposizione e la ricomposizione di un sistema partecipativo attorno al governo della città. Una volta vi erano solo i partiti, ora senza il ruolo di una società attiva, sensibile alla cultura e ai diritti della cittadinanza, i partiti che restano soggetti essenziali alla democrazia non bastano più a creare le condizioni di fiducia e di governabilità.

Mi è capitato di dire che ci riserviamo di svolgere un ruolo di servizio, identificabile in un “coro greco”. Lo faremo. Non verremo meno – mi auguro – alla nostra voglia di discutere, di consentire, di dissentire. Giuliano Pisapia si è rivelato interlocutore sensibile. Cercheremo di aiutarlo consapevoli che il difficile viene ora: immaginare un gruppo dirigente all’altezza di problemi davvero seri, con visione per andare lontano ma anche con capacità per correggere il tiro nell’immediato rispetto a condizioni che riguardano il benessere e la vita stessa di tutti i cittadini. In cima al nostro modo di intendere le responsabilità c’è infatti – e dovrà rimanerci – la diffidenza per la propaganda e per la demagogia.

Prima, però viene il momento del ringraziamento caldo ed affettuoso a tutti coloro che si sono impegnati. Subito dopo l’augurio, altrettanto caldo ed affettuoso, a Giuliano: perché tenga duro e guardi avanti con la tenacia che ha dimostrato sino al risultato di oggi.

 

Scrive Tatiana Zilioli a Fabio Arrigoni – In merito all’articolo vorrei chiedere un chiarimento. Mi sembra d’aver capito che nel programma di Pisapia si enuncia che gli impianti sportivi potrebbero essere gestiti dalle Associazioni Sportive di Zona. Vorrei solo ricordavi la brutta fine che ha fatto il Centro Sportivo Iseo ad Affori (per favore andate a verificare). Dopo la Privatizzazione di Albertini è passato a Milano Sport. Da 3/4 anni l’impianto è stato ceduto a un’altra Società non bene identificata. Tale Società ha sfrattato anche una prestigiosa e storica Associazione sportiva presente ad Affori da oltre 20 anni, ma ancor peggio è stata citata nell’indagine che ha coinvolto diverse famiglie in odor di mafia e riciclaggio della zona Bruzzano/Comasina.

Io frequentavo l’impianto per lavoro, portavo ragazzi Disabili in piscina per i corsi di Special Olimpics, proprio lo scorso inverno abbiamo dovuto sospendere l’attività di piscina all’Iseo per gravi disservizi della struttura. Fortunatamente ci hanno dato uno spazio c/o la Piscina di via Bussero, e quindi abbiamo ripreso l’attività presso tale struttura, sempre con i nostri istruttori, e in un ambiente a cui darei la targa di ECCELLENZA, peccato che non ci sia il sali/scendo in vasca, ma riusciamo ugualmente a nuotare.

Aggiungerei anche un punto in merito alla gestione di tante Società di calcio giovanile. Prima di affidare ai privati bisogna accertarsi e talvolta indagare.

Risponde Fabio Arrigoni – La lettrice Tatiana Zilioli ha ragione circa il fatto che le associazioni sportive dovrebbero essere vere associazioni, e non società od altro, camuffate. La grandissima parte, però, delle associazioni sportive di base, quelle vere, costituisce una effettiva risorsa. Certo, prima di dare in gestione, occorrerebbe controllare.

 

Scrive Pierangelo Cortesini a Emilio Vimercati – Vorrei correggere un’inesattezza riguardo alla figura del Segretario generale: viene nominato dal Sindaco attingendo da un Albo tenuto dal Ministero dell’Interno.

 

Scrive Felice Besostri a Giuseppe Ucciero – Ci sono due tecniche di propaganda: 1) si valorizza il proprio prodotto 2) si fa pubblicità comparativa negativa dei prodotti altrui. Sono ben lieto del successo personale di Boeri con le sue 13.000 preferenze, ma non capisco in base a quali ragionamenti sarebbe espressione di una “sinistra (?)” responsabile, mentre Pisapia di una sinistra massimalista. Pisapia ha delineato le linee guida della sua futura amministrazione al Terzo Convegno di Volpedo lo scorso 11 settembre. I Convegni di Volpedo sono organizzati dal Gruppo di Volpedo, rete dei circoli e associazioni socialiste e libertarie del Nord Ovest, nel Paese di Pellizza ed esattamente nella piazza Quarto Stato dove stazionavano i personaggi raffigurati nel famoso quadro: braccianti e contadini del Conte, che aveva il suo palazzo nella storica piazza.

In quell’occasione si è riferito, come modello,alla amministrazioni comunali a guida socialista da quelle prefasciste e a quelle del secondo dopoguerra a partire da Antonio Greppi. Sarà un caso ma sia Caldara che Greppi erano avvocati. L’altro riferimento sono state le grandi città europee con sindaci socialisti: Berlino e Parigi. Dove si annida il massimalismo di Pisapia? Quel riferimento storico Pisapia l’ha ripetuto in più occasioni: al comizio con Vendola all’Arco della Pace e alla presentazione del Riformista al teatro Elfo Puccini. Al primo evento Boeri non era presente, ma al secondo sì e non ho percepito, che si sentisse defraudato di non essere l’unico esponente di una sinistra ragionevole. Come si dice Due è meglio di one: se siamo alla ricerca di papi per la sinistra italiana ora ne abbiamo addirittura 2. Papa e Antipapa appartengono, invece, ai tempi più bui della chiesa. La sinistra italiana ha bisogno di luce e sole( dell’avvenire), non di assurde competizioni.

 

 



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