24 maggio 2011

IL PGT NON HA ORECCHIE PER L’INQUINAMENTO ACUSTICO


Si cerca qui solo di confrontare due strumenti che vorrebbero programmare l’uso del terri-torio: sono stati impostati nel 1995 il Piano di Zonizzazione Acustica, nel 2009 il Piano di Governo del Territorio e coesistono oggi. Stiamo parlando delle norme che riguardano il limite delle emissioni sonore tollerabili dagli abitanti nelle varie parti della città. La vulgata del PGT di Milano dice: paga gli oneri, fai quel che vuoi, dove vuoi. Si può anche capire che un Comune amministrato dalla destra voglia sfuggire ai miti negativi della pianificazione sovietica ma “c’è modo e modo”. Il barone Hausmann che sventrò Parigi nella seconda metà dell’800, sembra un progressista rispetto a Masseroli, fatte le debite proporzioni fra drago e formica.

Qual è la coerenza? Assoluta vista dallo schizofrenico, labile vista dal cittadino. Io abito a Milano e vorrei sapere cosa arriverà vicino a casa sua. Non può saperlo fino a che non vede sorgere una recinzione provvisoria, in plastica arancione e issare un cartello con un disegno (a volte) e la meravigliosa descrizione del prossimo casermone. O torre a uffici? O supermercato con parcheggio per 500 auto? O casa di riposo? Saperlo! Quanto sarà alta la torre? Quale prospettiva nasconderà al nostro? Quanta ombra farà?

Il PGT fa un’operazione apparentemente virtuosa: 1,5 mq/mc invece di 3. Ma se vado a prendere la volumetria di aree agricole e la porto dove mi serve, il risultato è ovviamente un altro. Il nodo sta nella totale libertà di destinazione d’uso, lasciata alla proposta della proprietà delle aree, al mercato. L’idea è interessante per la duttilità ma si sdraia sulle più bieche semplificazioni delle idee di Adam Smith, trecento anni fa. La semplificazione eccessiva produce complessità.

Il Piano di Zonizzazione Acustica, invece, si basa su regole, vale a dire legge quadro 447/95 e decreti esecutivi, scritti tra il 1995 e il 1998, quando la pianificazione usava i Piani regolatori, nei quali gli amministratori esponevano le loro scelte per l’assetto del territorio nel futuro, qui le case, lì le fabbriche, là le scuole e così via. Coerentemente le classi acustiche, da disegnare nel territorio hanno un legame con le destinazioni d’uso prevalenti delle aree sulle quali si sta ragionando. Tabella dei valori (D.P.C.M. 14 novembre 1997).

 

 Classe

 Valori limite immissione

  

 diurno 

 notturno 

 

Leq in dB(A) 

 I   50  40  
 II   55   45 
 III   60   50 
 IV   65   55 
 V   70   60 
 VI   70  70 

 

I valori in decibel rappresentano il massimo che tutte le sorgenti sonore insieme possono immettere in corrispondenza di un qualunque ricettore. La misura viene eseguita al ricettore, quindi conta dove si trovano le persone colpite e non dove si trova la sorgente. I valori sono crescenti in funzione della destinazione d’uso “prevalente” delle aree classificate.

Nella tabella qui sotto la descrizione che guida il redattore del Piano Acustico. Le definizioni, pur ampie, differiscono fra loro e permettono di utilizzare la classificazione per iniziare il processo di protezione degli abitanti dall’inquinamento acustico ambientale.

 

Classe

Descrizione

I – Aree particolarmente protette  rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici ecc.
II – Aree destinate a uso prevalentemente residenziale rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali.
III – Aree di tipo misto  rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
IV – Aree di intensa attività umana  rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.
V – Aree prevalentemente industriali  rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. 
VI – Aree prevalentemente industriali  rientrano in questa classe le aree interessate esclusivamente da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

 

E’ evidente che insediare attività potenzialmente rumorose accanto a luoghi che richiedono quiete, creerà problemi a tutti.

Com’è trattato lo spazio dai due strumenti pianificatori (si fa per dire). I piani regolatori, come il PGT, prendono in considerazione le aree catastali, indipendentemente dalle loro dimensioni, singole o aggregate: il criterio base è la proprietà fondiaria. I Piani acustici (PZA) devono anche tenere conto di un fenomeno fisico: il suono si propaga nell’aria, si riflette sulle facciate degli edifici, sul fondo stradale, viene assorbito dal terreno molle o erboso, decade con le riflessioni e la distanza. Non è il catasto che ci può dire quando il rumore è diminuito di 5 decibel, equivalente energetico del passaggio da una classe acustica all’altra. Risulta che le dimensioni delle zone classificate acusticamente, dovranno essere maggiori, comprendere perciò anche aree a destinazione d’uso diversa. Le scelte devono essere guidate dal concetto di prevalenza .

Se vi sono condomini di 5 piani, ad esempio 30 appartamenti, con 6 negozi al piano terra, qual è la destinazione prevalente? Un sempliciotto direbbe che è la residenza. L’amministrazione Moratti dice invece che sono i negozi. Da una possibile II classe, prevalentemente residenziale, assegna invece la IV classe, definita d’intensa attività umana. Il limite è maggiore di ben dieci decibel. Le conseguenze: poiché il rumore è causato quasi interamente dalle auto e dai camion, vi sarà una scarsissima spinta a risanare acusticamente l’area.

Ma vediamo cosa può succedere con l’applicazione del PGT. Si prende un’area, si ottiene un’autorizzazione, si costruisce e si vendono appartamenti, loft, laboratori, capannoni di trasportatori, una carrozzeria auto, una pescheria. Il PGT lo ammette. Il diligente redattore del Piano acustico potrà fare una scelta tra una classe con limiti alti, ancora la IV classe, permettendo alle attività economiche di fare più rumore. O potrà favorire le residenze con la II classe prevalentemente residenziale: più protezione ai cittadini è più costi per le attività. Lo spostamento delle attività economiche in aree dedicate serve anche a tenere le emissioni sonore lontane dalle case.

Difficilmente accadrà con l’applicazione del PGT di Milano. Se metto 30 abitanti in un grande complesso con uffici per 200 persone, e li lascio arrivare in auto perché non ho migliorato i servizi dell’ATM, porterò rumore e gas di scarico sotto le finestre degli abitanti. Lasciamo arrivare solo veicoli elettrici? Si scherza sì ma fino ad un certo punto. Il sottoscritto aveva redatto un’osservazione al PGT in questo senso, per le aree ex ferroviarie fra Corso Lodi e via Ripamonti. L’hanno cassata con le altre ma credo che abbiano riso di gusto leggendo una simile “mostruosità”.

Il Consiglio comunale ha adottato il Piano di Zonizzazione Acustica nel 2010, il 5 maggio 2011 ha accolto una parte delle osservazioni presentate dai cittadini e ha provveduto a una seconda adozione. Le linee di fondo dimostrano l’assunto: sono state fatte delle scelte: la maggior parte del territorio è in IV classe, la II classe, prevalentemente residenziale occupa meno del 10% del territorio, per lo più su parchi e giardini, non sui quartieri residenziali. Una città senza industrie, non ha quindi quartieri residenziali: cos’è rimasto?

I confini fra le aree sono ad angolo retto, seguendo le strade e le particelle catastali. La scelta politica è stata di tenere la classe più alta possibile per favorire l’insediamento di attività, per non dover risanare dal rumore da traffico, fa niente se i cittadini subiranno più rumore. La coerenza trovata dal gruppo di Letizia Moratti consiste nell’adattare il Piano acustico al PGT, tenendo i limiti più alti possibile e senza curarsi della corrispondenza alle definizioni di legge. Illegale ma che importa, c’è il voto popolare, quindi la legge non conta più. La versione del duemila del potere assoluto ma con scadenza, come gli yogurt.

 

Folco De Polzer

 

 

 


 



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