24 maggio 2011

musica


 

ARMONIA PER PISAPIA

Sabato sera, 21 maggio, a metà strada fra il primo e il secondo turno elettorale, a Milano è accaduta una cosa straordinaria. Grazie al tam tam di Internet, molte centinaia di persone – non vorrei dire quante! – hanno riempito la piazza Gramsci – quel bello slargo che si apre in via Procaccini, laddove inizia via Canonica, devastato anni fa dalla pessima sistemazione a copertura di uno sciagurato parcheggio interrato – per ascoltare un concerto a dir poco sorprendente così annunciato:

Concerto spontaneo dei musicisti di Milano: Armonia per Pisapia

Scrive Sergio Casesi, prima tromba dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali, uno dei protagonisti del concerto: “La piazza colma di gente. Settanta musicisti a darsi il cambio. Trii, quartetti, pianisti, e poi un’orchestra intera. Mozart, Liszt, Chopin. E le note angolari di Marco Detto al pianoforte, e le parole stremate e vibranti di Andrea Faciocchi. E i bambini seduti a bocca aperta, o di corsa a spiare da vicino strani strumenti di ferro o di legno. E le parole di Giuliano Pisapia, commosso da un concerto nato dal basso, nato fra le parole dei musicisti milanesi che vogliono sperare in un futuro e in un’Italia migliore. Ecco cosa è stato il concerto spontaneo di piazza Gramsci. Un intenso rollio del cuore, una profonda e condivisa gioia. Eppure, per dire il successo e il significato di questa iniziativa, dobbiamo andare oltre. Abbiamo visto più che un buon concerto di grande musica. C’era qualcosa di più, qualcosa di profondo, di tellurico e fondamentale. A unire musicisti e pubblico è stato un forte sentimento di fraternità, di uguaglianza, di amore e di speranza. Una speranza fatta di musica, di poesia, una speranza spiegata dalle melodie che hanno voluto affollare la piazza per sventolare con le bandiere, su fino ai balconi che sporgono severi su piazza Gramsci.

Ed era la speranza di tutti, viva come un forte profumo. In ogni angolo era possibile sentirla, forte, ma gentile. E proprio questa speranza, sulle guance addolcite dagli accordi di Mozart, si rifletteva luminosa e potente: per una città diversa, fatta di valori veri, di diritti, di amore e rispetto per la cultura, di rispetto per le diversità, d’amore disinteressato per il bene comune. In un concerto si è concretizzata la visione di un futuro possibile, di là dalle differenze, di là dalla bestemmia continua di un governo contro i cittadini, specie se più deboli.

In piazza Gramsci è accaduto un concerto che resterà nella memoria per molto tempo. Dopo la volgarità di questi anni, dopo la bassezza delle orge presidenziali, dopo i furti ai danni dei più deboli, dopo il silenzio per una guerra nemmeno dichiarata, dopo lo strapotere dell’interesse e del denaro, ecco che ci si ritrova per una festa, fatta di armonia e gioia, di musica e parole, di cuore e ragione. Qualcosa è cambiato.

Giuliano Pisapia è apparso sinceramente commosso. Ha parlato dopo aver ascoltato la Sinfonia in La maggiore di Mozart, una delle più dolci del compositore. Il suo sguardo era luminoso e pieno dei volti dei tanti che gli chiedono di portare Milano fuori della volgarità di un’epoca triste, di un’epoca cupa e maleodorante.E con le parole ha abbracciato tutti, e tutti lo hanno stretto“.

E Gioia Francisci, accorsa ad ascoltare, commenta: “È stata una bella esperienza collettiva di musica, speranza e gioia. Nemmeno la presenza estemporanea di un ubriaco che farfugliava ad alta voce è riuscita ad alterare il piacere di ascoltare della bella musica, suonata magistralmente, e di stare in mezzo a gente che vuole cambiare le sorti di questo paese. L’impressione, arrivando nel piazzale, era quella di persone contente di trovarsi e di riconoscersi nel comune desiderio di un futuro migliore, di cui sentirsi protagonisti. Qualche bandiera della pace e macchie di colore arancione . fermacapelli, magliette, fiori di carta… un colore per dare voce alla gente dopo il tempo del silenzio e della confusione.

A un certo punto è arrivato anche Giuliano Pisapia, accolto con grande entusiasmo, ha ringraziato le persone presenti e constatato che il cambiamento a Milano si avverte già ed è pronto a manifestarsi. Ha invitato i presenti a sentirsi partecipi alla campagna elettorale, per far vincere prima di tutto l’idea della democrazia. E cosa c’entra la musica in tutto questo?

E’ il trait-d’union perché nell’orchestra gli strumenti dialogano tra loro e l’armonia che ne scaturisce è la metafora del migliore dei confronti politici, il fine quello di ottenere un’esecuzione soddisfacente per tutti. Abbiamo ascoltato musica classica che, fuori dai suoi luoghi canonici, sorprende e arriva ancor di più al cuore. Il cielo, le case intorno, la gente assiepata a semicerchio, i balli dei bambini, la musica, hanno emozionato e coinvolto anche i più piccoli. E’ stato un po’ come essere immersi con la vita di tutti i giorni nelle sinfonie che ascoltavamo, l’armonia ha dato corpo alla speranza di poter cambiare le cose. I musicisti sono stati generosi e ci hanno regalato tre ore di buona musica e la possibilità di riconoscerci come cittadini con un pensiero comune da affidare a un uomo cui interessa il bene comune e che vorremmo diventasse il nostro Sindaco.

Valeria Perretti flautista dell’orchestra Verdi ed Elsa Righetti violino dei Pomeriggi musicali sono state le due grandi animatrici del concerto e sono riuscite a mettere insieme trii, quartetti e un’intera orchestra sinfonica, composta da elementi di ogni provenienza. C’erano i pianisti Alice Baccalini e Luca Schieppati (con le arie del Rigoletto, perché “se vince la sinistra è bene che i milanesi si abituino fin da subito a vivere in mezzo a mostri deformi …“), l’arpista Donata Mattei, un violista dell’orchestra della Scala accompagnato dalla sua bimba neonata, docenti e allievi del Conservatorio, ma anche il jazzista Marco Detto e l’attore Andrea Facciocchi. C’era la soprano giapponese, Akiko, che vive a Milano da 17 anni con il marito italiano ma che, non avendo la cittadinanza, non può votare, e dice … “però, con la mia “Bela Madunina”, spero di aver portato tanti voti al futuro sindaco” e le scrive Paola Bonora: “Grazie Akiko e brava! Ieri è stato davvero molto bello. Sapere che è possibile stare bene tutti e che è pure facile. Non è una montagna da scalare… è a portata di mano. Dobbiamo ricominciare a credere. Milano è una miniera di potenzialità e di energie nuove, è sempre stata la città dell’avanguardia. Riappropriamoci di ciò che è nostro“.

Gran finale con tutti i musicisti che, diretti dal giovanissimo Stefano Ligoratti (non ha ancora compiuto i 25 anni!), si uniscono in un’improvvisata orchestra sinfonica ed eseguono – molto più che decorosamente – la Sinfonia in la maggiore K. 201 e, con la Baccalini, il meraviglioso Concerto in re minore per pianoforte e orchestra K. 466 di Mozart. Un pubblico eterogeneo ma compatto, attento, colto, visibilmente felice, con un Pisapia alle lacrime che è riuscito a trascinare nella commozione anche il suo popolo.

 

 

Musica per una settimana

 

Siamo ai concerti di chiusura della stagione, in giugno avremo le ultime occasioni di sentir musica poi dovremo andarci a cercare i festival estivi o attendere la ripresa autunnale; vediamo dunque come possiamo goderci questi ultimi giorni.

* giovedì 26, venerdì 27 e domenica 29, all’Auditorium, penultimo concerto della stagione dell’orchestra Verdi che, diretta da Oleg Caetani, eseguirà un programma tutto russo con opere di Šostakovič (“Due pezzi di Scarlatti, pastorale e capriccio”, e la suite da “Il naso”), Musorgskij (“Canti e danze della morte”) e Čajkowskij (la seconda Sinfonia detta la “Piccola Russia” in do minore opera 17)

*giovedì 26 al teatro Dal Verme, l’orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Tadaaki Otaka eseguirà “How slow the wind” di Toru Takemitsu, il Concerto per violino e orchestra n.1 in sol minore opera 26 di Max Bruch, e la Sinfonia n. 6 “Patetica” di Čaikowskij

*venerdì 27 ancora al Dal Verme, la stessa orchestra ma diretta da Andrea Pestalozza in un programma di musiche contemporanee: Niccolò Castiglioni (Inverno In-Ver), Unsuk Chin (“Doppio Concerto per pianoforte, percussioni e orchestra” prima esecuzione italiana) e Beat Furrer (Concerto per pianoforte e orchestra)

*domenica 29, ore 10.30 alla Palazzina Liberty, l’orchestra Milano Classica diretta da Marcello Scandelli in un programma tutto settecentesco: Mozart, Sinfonia in re minore n. 13 K. 173; Stamitz, Sinfonia n.1 in sol maggiore; Haydn, Concerto per violino, archi e basso continuo (violinista Enrico Casazza); e infine C. Ph. E. Bach, Concerto in la minore per violoncello, archi e basso continuo (solista lo stesso Scandelli)

*lunedì 30, al Conservatorio per le Serate Musicali, concerto con ben quattro pianisti (Francesco e Vincenzo De Stefano, Olga e Natalia Tatievskaya) e un programma assolutamente inusuale: Brahms, Sonata in fa minore opera 34 bis; Liszt, Les Preludes per due pianoforti a otto mani; Smetana, Sonata in mi minore per due pianoforti a otto mani; Čaikowskij, Ouverture-Fantasia da Romeo e Giulietta; Rubinstein, Tarantella

*lunedì 30, alla Scala, concerto di Lieder della mezzosoprano Angelika Kirchschlager accompagnata al pianoforte da Helmut Deutsch: gli autori sono, ovviamente, Schubert, Mahler, Brahms e Liszt

*martedì 1, al Dal Verme, un interessante “Incontro Musicale”: Emanuele Ferrari, pianista, relatore e direttore, insieme all’orchestra dei Pomeriggi Musicali, prima illustra e poi esegue il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra opera 37 di Beethoven; sarà una “lezione-concerto con il commento dei passi più significativi del pezzo, in modo da ricostruire la rete di relazioni e significati che danno senso e ricchezza all’opera”.

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org


 



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