10 maggio 2011

LETTERA A UN LEGHISTA. ATTENTO A VOTARE MORATTI!


Caro Armando, amico e leghista virtuale, vedi che c’è qualcosa che non quadra nella famosa “quadra” di Bossi con Berlusconi: una quadra che assomiglia sempre più a uno di quei palloni di pezza mezzo tondo e mezzi quadri con i quali giocavamo da piccoli, quando le camere d’aria per il pallone vero erano una rarità rara. I massimi capi della Lega hanno dovuto fare una mezza (?) figura da cioccolatai per stare dietro alla politica internazionale di quel gioppino del Cavaliere, uno che è riuscito ad aumentare a record il numero di alleati che l’Italia riesce a cambiare tra quando è entra in guerra e quando finisce, secondo la famosa definizione. Per il momento sono due, ma non è ancora finita e nel frattempo il Berlusca ha già fatto lo slalom. Vedi, Armando, contrariamente a quanto se ne possa pensare in Piazza Aquileja, la politica internazionale richiede dirittura: è strano perché tra le nazioni la moralità non c’entra, c’entrano solo gli interessi nazionali e su questo sono d’accordo tutti, ma una volta che si comincia a sparare bisogna continuare dalla stessa parte, perché se esci da una trincea per correre nell’altra, ti tirano addosso tutti. Ecco perché non bisogna mai entrare in guerra, perché non sai mai come finisce.

La foglia di fico che Bossi crede di aver messo con la storia del nostro ingaggio “a termine”, non è più grande di un nontiscordar-di-me, e perdipiù è di burro; non serve a coprire le vergogne, ma rimarrà nella storia come quelle famose cretinate del “dura minga, non può durare”. L’ultima cretinata famosa. In guerra non si può fare, e chi lo propone fa la figura del pirla, ma non un piccolo pirla, se capisci cosa voglio dire. Perché la guerra, contrariamente a quanto pare che credano in via Bellerio, non è come una partita di calcio, che al massimo puoi fare i supplementari. Per definizione la guerra è quella situazione in cui non ci sono regole né condizioni, e se tu cerchi di importele non fai altro che offrire all’avversario un’informazione sulle tue intenzioni, che è la cosa più stupida, ma proprio la più stupida, che si può fare in guerra. Ecco perché non si deve andare in guerra, caro Armando, se non quando proprio davvero non c’è altro da fare.

Sai cosa c’è scritto su uno di quei meravigliosi cannoni di bronzo che sono esposti nel giardino del Museo della Guerra (appunto) a Parigi? “Ultima ratio regum“, è latino, non francese, proprio così: il cannone, e lo sapevano benissimo quelli che lo sparavano già secoli fa, era “l’ultima ratio” la scelta che i re devono fare quando non ne rimangono più altre. Ma qui di scelte ce ne erano molte altre e Bossi, di cui si possono dire molte cose, ma non che non è svelto di testa, l’aveva capito subito. La Lega aveva avuto una buona idea, tra l’altro una volta tanto anche l’idea giusta da un punto di vista etico e umano, e aggiungo io, legale, perché noi abbiamo un trattato con il popolo libico.

Ma allora perché non ha tenuto duro? I giornali dicono, uno sì e l’altro no, che Bossi ricatta Berlusconi oppure che Berlusconi ha incastrato Bossi. Ma allora in questa lotta tra giganti, mi sai dire com’è possibile che Bossi non voleva la guerra, per intelligenza politica, Berlusconi non la voleva perché gli avrà fatto andare di traverso i soliti affarucci, e poi perché avendo già fatto la figura mondiale del pirla baciando le mani, davvero sporche di sangue del Raìs (ma chi gliel’ha fatto fare? si domandano in molti. Io mi sono convinto che lui abbia avuto un momento di appannamento e credeva davvero di trovarsi di fronte a Sean Connery travestito da capo beduino in Il Leone del Deserto) non poteva fare anche quella planetaria del traditore. Ma è bastato che l'”abbronzato” di Washington D.C., alzasse la cornetta, per dover chiedere alimorta. Tu pensa come se la sarà goduta quello là cui il Cavaliera aveva fatto lo sgarbo imbecille di scopare nel lettone di Putin durante il discorso di inaugurazione più importante da Lincoln in qui. Scopa, scopa che poi la ripassata sul culetto flaccido te la do io.

Allora come mai due che non volevano messi assieme ci hanno portato in guerra? Te lo devi chiedere caro Armando, perché la risposta giusta interessa anche a te: tocca i tuoi destini, quelli di tua figlia, oltre che i miei. Qui, caro Armando, c’è gente che crede che basta che la Padania (o il Giornale, Libero, Il Tempo e qualche volta i terzini del Corriere) dicano che una pirlata pericolosa è un colpo di genio del solito Umberto e del solito Silvio, per credere che la pirlata diventi una spiritosa invenzione. Ma non è così le pirlate hanno vita loro, e spesso ti fanno la cianchetta proprio nel momento sbagliato.

Guarda, caro Armando, io so benissimo che quei 3 o 4 milioni d’italiani che votano o simpatizzano per la Lega, Berlusconi non lo possono vedere, proprio come succede a me. E’ facile saperlo perché basta ricordarsi cosa ha sempre detto Bossi di Berlusconi e fino a una certa data a Gemonio, patria del Bossi, sul muro della cartiera Soffrici-Binda, un bel 100metri di muro, proprio di fronte al semaforo del bivio da Laveno c’era scritto “Berlusconi terrone”, definizione quanto mai appropriata e l’insulto peggiore che nella Lega si può immaginare. Poi Bossi ha fatto la famosa visita ad Arcore in canottiera e ne è uscito vestito da Boggi, con un bel pacchettino di fogli firmati e, supponiamo anche qualche soldino, non per lui che fino a prova contraria è morigerato, (salvo raccattare qualche cadreghino per la famiglia, ma lo fanno tutti!) ma per ripianare la voragine che alcuni dei vostri dirigenti avevano fatto con i vostri soldi. Ma ora siete costretti a sostenerlo e a mangiare delle catene belle arrugginite come i 500 milioni per sabotare il referendum sul nucleare, che voi non volete e che ve lo infileranno di nuovo dal di dietro tra un paio d’anni, e i 3 milioni per comperare i nuovi sottosegretari (ma non vi lamentavate del governo Prodi che di sottosegretari ne aveva troppi?) e gli stipendi con i soldi nostri e vostri per dare un posto gratis (per lui) a massaggiatori e massaggiatrici della sua casa.

Insomma, caro Armando, se proprio volete mandare Berlusconi a casa dovete votare contro la Moratti: votate il vostro candidato preferito della Lega per il Consiglio Comunale, ma votate un altro candidato sindaco – a me sembra che Pisapia dovrebbe andarvi bene, ma non importa, basta che non sia la Moratti. Così si prendono due piccioni con una fava: si manda a casa la Moratti e il Berlusca, come tutti voi o quasi desiderate fare, e date voti in più alla Lega. Senza Berlusconi la Lega può ricominciare a pensare più liberamente alle proprie idee e non deve pagare il dazio morale in cambio dei bigliettoni. La Lega ha qualche buona idea, ma gli assegni li ha il Berlusca e fin che va avanti così, decide lui e voi dovete abbozzare.

Guido Martinotti




Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti