3 maggio 2011

ORTI BOTANICI: MILANO MERITA DI PIÙ


A Milano ci sono due orti botanici entrambi gestiti dall’Università degli Studi. Uno è il nuovo Orto di Cascina Rosa che sta in semiperiferia vicino alle facoltà scientifiche di Città Studi, l’altro è lo storico Orto di Brera (dal 2006 fa parte del Museo Astronomico – Orto Botanico di Brera), in pieno centro, adiacente all’omonimo palazzo sede della famosa Pinacoteca. I due orti sono talmente diversi fra loro che più di così non è possibile. Quello di Cascina Rosa (22.000 mq) ricorda un parco all’inglese: in sostanza è un grande prato ben curato con degli alberi (in buona parte endemici della Lombardia) e un grazioso laghetto. Il giardino è aperto al pubblico ed è molto frequentato da mamme o nonne con bambini che possono liberamente giocare sull’erba. Una benedizione per un quartiere che certamente non ha molti spazi simili.

Ma Cascina Rosa non si esaurisce con questo aspetto idilliaco. In fondo all’orto ci sono tre grandi serre, molto tecnologiche. Ci si aspetterebbe di trovarvi le solite piante tropicali: in realtà questo è vero solo in parte. Due di esse sono infatti serre da ricerca in cui vengono coltivate piante da esperimento, prima fra tutte la specie Arabidopsis thaliana, una modesta erbetta protagonista di innumerevoli studi sulla genetica molecolare vegetale. Gli esperimenti con queste piante vengono fatti in parte nei dipartimenti biologici al di là della strada, in parte in una bassa costruzione dentro l’orto. Inutile dire che si tratta di scienza altamente moderna e competitiva. Oggi non può esistere scienza diversa: non la finanzierebbe nessuno. Un luogo di contrasti dunque: mamme, bambini, scienza ultramoderna. Vasti spazi, grande cielo.

Tutto l’opposto nel piccolo Orto di Brera (5.000 mq) stretto fra il palazzo omonimo e le case vicine. In contrasto con l’aria nuova di Cascina Rosa qui si respira la storia. Storia non particolarmente gloriosa, non legata, a grandi eventi, grandi personaggi, grandi scoperte; pure il ricordo di epoche passate è immediatamente percepibile. L’orto è nato infatti nell’ultimo quarto del Settecento e di quest’epoca testimoniano le lunghe e strette aiole (un tempo destinate all’insegnamento delle piante medicinali) e le due vasche ellittiche.

Il carattere particolare dell’Orto di Brera è dato dagli alberi e da una quiete che il visitatore non si aspetterebbe nel centro di Milano. Gli alberi sono veramente tanti rispetto alle piccole dimensioni dell’orto e alcuni sono dei giganti. All’ingresso ci accoglie un tiglio alto più di 30 metri. Ma è sopratutto nel prato in fondo all’orto che si trovano vari grandi alberi: una Pterocarya fraxinifolia (noce del Caucaso) col tronco possente come quello di un baobab e di fronte due altrettanto giganteschi Ginkgo biloba, maschio e femmina, vecchi quanto l’orto botanico. L’Orto di Brera ha anche delle discrete collezioni di piante (salvie, peonie), ma la cosa più bella è l’ambiente, lo sguardo d’insieme. Grazia, misura, nulla di eccessivo e volgare, un pizzico di selvatico. Luogo di silenzio e meditazione.

Ambedue gli orti hanno le loro attività culturali. Visite guidate, conferenze, mostre, eventi particolari, per esempio la festa del “Solstizio d’estate” comune a tutti gli orti botanici di Lombardia. (Per maggiori informazioni consultate la “Rete Orti Botanici della Lombardia“. Tuttavia né Cascina Rosa né Brera si possono considerare veri orti botanici. Le collezioni sono troppo scarse e manca una tradizione di ricerca. Brera infatti ha vissuto nel novecento un periodo di oblio totale durato decenni mentre a Cascina Rosa la ricerca c’è ma ha scarso rapporto con la biodiversità vegetale, argomento tradizionale degli orti botanici.

Non raramente i visitatori esprimono la loro delusione quando scoprono che Brera o Cascina Rosa non corrispondono alle loro aspettative di un orto botanico, cioè di un luogo dove crescono tante specie di piante nostrane ed esotiche divise per ordine sistematico e dove si possono vedere attrazioni speciali (orchidee, grandi cactus ecc.). In realtà nessuno dei due orti potrà mai essere un vero orto botanico. Milano ne avrebbe bisogno, di un vero grande orto botanico, come si conviene a una città della sua importanza. Credo che passando in rassegna tutte le grandi città europee, da Amsterdam a Zurigo scopriremmo che Milano è l’unica a non avere un orto botanico degno di questo nome.

Speriamo che in futuro Cascina Rosa e Brera riescano ad esprimere sempre meglio le loro potenzialità ricreative ed educative. Cascina Rosa: parco cittadino e luogo di ricerca scientifica, Brera: oasi di pace e luogo di cultura. Ma allo stesso tempo speriamo che Milano si dia uno slancio e trasformi qualche residua area dismessa in un vero grande orto botanico con tante specie di piante comuni e rare e serre piene di felci arboree e di orchidee. Adibire un’area vuota a orto botanico anziché alla speculazione edilizia: questo sì che sarebbe un atto di coraggio trasgressivo! Chi oggi ha vent’anni può sperare… Ma no, dai, facciamo quaranta!

Claudio Longo

Orari di apertura per visitare gli orti: Orto Botanico di Cascina Rosa: martedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12,30, martedì e mercoledì dalle 14,30 alle 17. Orto Botanico di Brera: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle 17.00, sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Sito internet: http://www.brera.unimi.it



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