19 aprile 2011

Scrivono vari 20.04.2011


 

Scrive Franco D’Alfonso – “Il Comitato Centrale del Partito, riunitosi per esaminare le ragioni dei disordini a Poznan, ha deliberato che le contraddizioni in seno al popolo sono ancora molto grandi e come tali devono essere risolte con un programma intensivo di rieducazione del popolo stesso “. La filosofia del PC della DR del 1956, quella del “popolo che non capisce la giusta linea del Partito” è una delle più radicate convinzioni di tanti militanti e dirigenti dell’unico erede legittimo di tale tradizione, il PD. Questa sindrome ha colpito, ancora di recente, molti militanti e dirigenti del Pd in occasione delle primarie di Milano: il candidato “preferito dal Partito”, Stefano Boeri, è stato sconfitto, ma “era il migliore” e il popolo come spesso succede non deve aver capito nulla, perché ha scelto un altro.

Giustamente, dal momento che ci sono le elezioni “secondarie”, alle quali, bon grè mal grè si deve correre con Pisapia, nel Pd si è rimandato a tempi migliori l’analisi della sconfitta, con la non tanto segreta e tutto sommato comprensibile speranza che il risultato finale possa cancellare l’onta delle primarie: Giuliano Pisapia – come riconosciuto anche da molti dirigenti dello stesso Pd – ha fatto di tutto e di più perché il partito in questione non si avvitasse in querimonie da sconfitta ma si impegnasse nella campagna elettorale. E’ anche e soprattutto grazie a questa condotta che si è riusciti ad arrivare a questo punto alla presentazione di una coalizione mai così ampia a Milano, dai “moderati” civici ai liberali radicali fino ai Comunisti di tutte le sette, senza avere nessun contrasto interno come nella tradizione del centrosinistra.

Stupisce che tra coloro che invece continuano a considerare le proprie idee iniziali come gli amici di Donna Prassede (pochi e da difendere acriticamente) ci siano alcuni apprezzati collaboratori di Arcipelago, su tutti Piervito Antoniazzi e Giuseppe Ucciero, che da leali sostenitori di Boeri non sono ancora riusciti a farsi una ragione del fatto che lo stesso non sia il candidato sindaco e dispensano cattivi consigli allo stesso Stefano, impedendogli di rendersi conto del fatto che ora è capolista del Pd e non candidato sindaco e che si deve confrontare con Gallera e la Moioli più che con la Moratti e, soprattutto, che non è particolarmente utile insistere sul fatto che “lui è peggio di me” riferendosi al candidato sindaco “vero”, vale a dire Pisapia.

Serve rimarcare che Boeri “sopravanza di molto (…) come oratore e come altro” Giuliano, come fa Antoniazzi nell’ultimo numero di Arcipelago? A parte l’opinabilità dell’affermazione e la mancanza di altre valutazioni (per esempio, chiedersi perché Pisapia riempie le sale e Boeri no, potrebbe essere esercizio utile) pensa davvero Pervio che continuare a spiegare a Stefano che è la più bella delle figlie di Madama Dorè e che solo il destino cinico e baro gli hanno impedito di essere al posto che gli spettava sia il modo migliore per fargli ottenere il risultato che tutti si aspettano dal capolista del Pd? Continuando a fargli credere che il suo palcoscenico è la Champions League gli impediscono di rendersi conto che sta giocando per non retrocedere e lo metteranno esattamente nella condizione che paventano, vale a dire quella di essere superato da professionisti del ramo, abituati ai campi di periferia, leggasi alla raccolta delle preferenze dentro una lista concorrenziale.Per poco più di trenta giorni ancora, il consiglio migliore resta quello di mettersi delle scarpe con suola robusta e girare per la città, possibilmente senza restare troppo male ove i passanti non dovessero precipitarsi al turibolo come certamente dovrebbero. Combattere oggi, anche a parole, la guerra di ieri non sarà di grande aiuto.

 

Scriva Giuseppe Vasta a Mario De Gaspari – Sempre interessanti gli interventi di Mario De Gaspari sulla finanza immobiliare. Mi chiedo però quale sia il suo parere su quanto appare sul tema nei documenti dell’ “Officina per la città” del candidato Sindaco Pisapia, presentati peraltro come “Programma Pisapia” proprio su “Arcipelago”. Mi riferisco in particolare al punto 3, “Finanza locale”, dove alla pag. 28 si parla appunto di “valorizzare il patrimonio comunale” mediante gli indici del PGT Moratti, “facendo cassa” con il trasferimento dei diritti edificatori, approfittando non per ultimo del doppio ruolo di “regolatore” e di “attore” proprietario che può essere giocato dal Comune. Proprio un bell’esempio di quel “battere moneta” con l’emissione di diritti edificatori attraverso la “zecca” del territorio che tanti i Comuni sembrano aver scoperto. Credo che sarebbe una bella cosa se prima delle elezioni si facesse chiarezza su questa ambiguità.

 



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