19 aprile 2011

LE FABBRICHE DEI SOGNI


Ogni anno va in scena qualcosa di nuovo alla Triennale che si trasforma per raccontare il design made in Italy: quest’anno il punto di vista è quello delle industrie che lo hanno realizzato, dei ‘capitani coraggiosi’, di quegli imprenditori illuminati e visionari che con linguaggio fresco e creativo sono entrati nelle nostre case. Alberto Alessi ci ha fatto da guida nella presentazione di questa quarta edizione della Triennale Design Museum, introducendoci nel mondo di industrie, piccole o piccolissime e tutte concentrate nell’area di un centinaio di chilometri attorno a Milano, non industrie nel senso più canonico del termine, ma piuttosto laboratori nel campo delle arti applicate, quasi botteghe rinascimentali. Una storia iniziata negli anni Cinquanta, alla ricerca di una mediazione tra creatività e mercato, o meglio tra creatività e sogni del pubblico, con un atteggiamento critico nei confronti della produzione industriale di serie.

Se infatti la produzione industriale di serie propende per lo più per prodotti piuttosto anonimi e riconosce l’importanza del design semplicemente come strumento per realizzare oggetti più appetibili e più business, la ‘fabbrica dei sogni’ si propone come una forma d’arte e di poesia tipica del nostro tempo. La cifra è lavorare lungo la linea di confine tra la zona del possibile e la zona del non possibile, in una dimensione paradossale – fuori dalla norma delle pratiche della grande industria – cercando l’intuizione e accettando di correre qualche rischio, di andare incontro anche a qualche memorabile flop. Esemplare il bollitore ‘Hot Bertaa’ di Philippe Stark per Alessi del 1990, di cui lo stesso disegnatore dice:’It isn’t very functional, it’s dated, too fashion conscious. It’s one of the things I’m most ashamed of’.

Gli oggetti entrano a far parte dell’allestimento in forma dialogica con le biografie dei loro creatori, di progettisti eccellenti e di industriali e artigiani creativi e coraggiosi. Tra gli oggetti-icona del design italiano, che vanno ben al di là del loro valore funzionale e d’uso, e che trasudano tutta la cura del ‘buon giardiniere’ che li ha pazientemente immaginati: il servizio ‘Como‘ di Sabattini presentato alla mostra di Parigi ‘Formes et idée d’Italie’ negli anni di vicinanza con Giò Ponti, lo sgabello sella di bicicletta da corsa prodotto nel 1957 da Zanotta dopo il felice incontro con Achille Castiglioni e il più recente cavatappi signorina Anna G. La fortunata icona di Mendini realizzata da Alessi è un oggetto allegro e bello a vedersi, è come guardare Anna G. ballare su una bottiglia. Questa figura cult ha dato origine a una piccola famiglia di oggetti, tra cui ‘Merry Sandro’, un cavatappi-Babbo Natale scelto come testimonial 2010 del progetto ‘La Fabbrica dei Sogni’, una partnership tra Alessi e l’Associazione Amici dei Bambini avviata nel 2006 con l’obiettivo di realizzare – proprio come Babbo Natale – i sogni dei bambini che stanno crescendo negli orfanotrofi in tanti Paesi diversi. Le fabbriche dei sogni, uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano sono visitabili fino al 26 febbraio 2012.

Rita P. Bramante



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