19 aprile 2011

musica


 

PASQUA

Siamo nella settimana di Pasqua e mai come questa volta si addensano intorno a una ricorrenza religiosa tante esecuzioni di musica sacra in qualche modo legata all’evento. Ed è quasi sempre Bach a farla da padrone, avendo egli trascorso 27 dei suoi 65 anni di vita al servizio della municipalità di Lipsia con un contratto che l’obbligava a scrivere musica nuova per ogni circostanza liturgica, tanto da costringerlo, spesso all’ultimo momento, a riciclare parti già scritte per precedenti occasioni. In questa settimana di passione abbiamo dunque sia le due le Passioni che l’Oratorio di Pasqua

Sarà molto interessante paragonare la Passione secondo Giovanni nell’interpretazione filologica che ne dà Ton Koopman (con l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir, appena eseguita al Conservatorio per la Società del Quartetto) sia a quella secondo Matteo nella lettura moderna di Ruben Jais (con l’Orchestra sinfonica e il Coro sinfonico della Verdi all’Auditorium), sia all’Oratorio pasquale – diretto sempre da Jais e sempre all’Auditorium – ma con l’Orchestra Verdi Barocca, dunque con strumenti antichi e intenzioni filologiche. Un’occasione interessante non tanto e non solo per mettere a confronto la prassi esecutiva antica con quella moderna (la polemica non è ancora sopita e tuttavia crediamo che le si possa godere entrambi, senza preconcetti né partigianerie), ma anche per vedere come la cultura musicale italiana –storicamente cattolica – si rapporta oggi alla musica sacra di Bach.

Fino a qualche anno fa non solo era abbastanza raro ascoltare queste musiche, ma sopratutto ne avevamo interpretazioni parecchio distanti dalla tradizione germanica; l’abbiamo detto più volte, nel paese del bel canto non esistevano cantanti adatti e preparati né alla liederistica mitteleuropea né alla musica sacra luterana. Negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante, non solo per aver ascoltato tanti straordinari ensemble e solisti d’oltralpe (dobbiamo dare atto alla Società del Quartetto di aver svolto in questo senso un importante ruolo pedagogico con l’esecuzione integrale della Cantate bachiane) ma anche per aver costruito nei nostri Conservatori e nelle nostre Istituzioni molte nuove specialiste: l’Orchestra Verdi Barocca, di cui abbiamo lungamente scritto qualche mese fa, ne è l’ultimo e importante esempio.

A proposito di Pasqua e dei pochi giorni di vacanza che ci aspettano – e saltando almeno apparentemente di palo in frasca – ci domandiamo perché siamo l’unica nazione Europea che non è dotata di almeno un programma radiofonico di musica colta diffuso su tutto il territorio nazionale, un programma che tenga compagnia durante i viaggi in automobile offrendo una musica diversa da quella che imperversa su tutte le altre radio – pubbliche e private – e che normalmente ci ammorba aggiungendosi a quella che sempre più ci impongono i locali e i luoghi pubblici come bar, ristoranti, alberghi, spiagge, cabinovie, sky-lift, traghetti, navi … perfino i rifugi alpini. Poi ci lamentiamo che i giovani non conoscano altra musica!

In Francia vi sono due stazioni che si possono ascoltare ovunque (France Musique pubblica e Radio Classique privata), due anche in Austria, almeno una in Germania, in Spagna e in Inghilterra; noi abbiamo il quinto canale (quello della filodiffusione) che si può ascoltare solo nelle grandi città e che viene ripetuto sul canale GR Parlamento soltanto di notte, quando il Parlamento non ha più programmi da trasmettere!

In Italia, si sa, convivono da sempre miseria e nobiltà talché da una parte subiamo la pervicace volontà di mortificare la cultura e in particolare la musica colta (che notoriamente non produce voti e dunque non si mangia) sopratutto in televisione dove, se non fosse per un canale privato, non sentiremmo mai né opere né concerti; dall’altra vediamo manifestarsi segni di straordinaria vitalità come in queste istituzioni private di cui dicevamo – l’Orchestra (le Orchestre) Verdi e la Società del Quartetto – che insieme alle Serate Musicali, alla Società dei Concerti, a Milano Classica, continuano con molto coraggio e grande spirito di sacrificio a produrre stagioni di ottimo livello artistico. A onor del vero questa vitalità la si riscontra anche nelle istituzioni pubbliche dove vediamo che, a dispetto dei pesantissimi tagli, l’Orchestra regionale dei Pomeriggi Musicali riesce a svolgere un ottimo programma e a portarlo in tutta la Lombardia, mentre la Scala anche quest’anno riesce a mettere insieme un cartellone prodigioso, con tredici opere (di cui sette di nuova produzione) e sei balletti, oltre alla stagione sinfonica per la quale addirittura fa ritornare Abbado. Sarà proprio vero?

 

Musica per una settimana

La settimana di Pasqua pare che vada in vacanza anche la musica: abbiamo solo l’Auditorium di largo Mahler con due eventi peraltro già annunciati la settimana scorsa:

* venerdì 22, l’orchestra e il coro sinfonici della Verdi nell’ultima replica della Passione secondo Matteo per soli, coro e orchestra, di Johann Sebastian Bach, diretti da Ruben Jais (direttore del coro Erina Gambarini)

* lunedì 25, alle ore 16, l’orchestra Verdi Barocca, diretta anch’essa da Ruben Jais, con il coro istruito sempre da Erina Gambarini, esegue l’Oratorio di Pasqua e Der Himmel lacht!, Die Erde jubilieret, e Christ lag in Todesbanden di Johann Sebastian Bach

* giovedì 28, venerdì 29 e domenica 1, sempre all’Auditorium l’orchestra sinfonica diretta da Tito Ceccherini esegue il Concerto per pianoforte e orchestra di Ravel (pianista Roberto Cominati), Sinfonia e Cielo dal Pater doloroso di Sylvano Bussotti, Iberia di Debussy e, in chiusura, il Bolero di Ravel

* martedì 26 alla Scala va in scena la prima esecuzione assoluta dell’opera “Quartett” di Luca Francesconi (direttore del Settore Musica della Biennale di Venezia) commissionatagli dal Teatro; cantata in inglese, sarà diretta da Susanna Mälkki e da Iean Michael Lavoie, per la regia di Alex Ollè (de la Fura dels Baus) con Serge Lemouton e Sébastien Naves

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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