12 aprile 2011

COMUNE. BILANCIO SOCIALE, BILANCIO PARZIALE


Il Comune di Milano ha redatto nel 2008 e nel 2009 il Bilancio Sociale, stiamo attendendo quello del 2010. Il Bilancio Sociale come riportato dal sito del Comune stesso è: “(…) un nuovo strumento di rendicontazione per accrescere e qualificare il dialogo tra cittadini e istituzioni e intende far conoscere in modo trasparente, verificabile e comprensibile a tutti – cittadini, attori della sussidiarietà e istituzioni – il lavoro svolto dall’Assessorato alla Fami-glia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano, in modo da attivare un dialogo informato con i propri interlocutori. (…)”.

Il documento è forse fin troppo ponderoso per essere “strumento di comunicazione trasparente”, ma in sintesi contiene nelle sue 146 pagine: a) una sintesi del contesto socio economico della città, con grafici e dati interessanti sulla demografia, la scolarità etc.; b) le politiche sociali ed educative dell’amministrazione con la verifica degli impegni presi all’inizio del mandato; c) i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori del sistema sociale ed educativo; d) l’analisi delle risorse umane ed economiche finanziarie impiegate per attuare le politiche oggetto di rendicontazione. Uno strumento dunque molto utile per il cittadino che vuole essere informato su cosa avviene nella città e di cosa il Comune sta facendo nei temi connessi, società e scuola, e uno strumento di verifica dell’operato dell’amministrazione facilmente comprensibile.

Il Bilancio sociale è ben illustrato e accessibile senza sforzo a chiunque, anche a chi di contabilità e bilanci non sa: non ci sono tabelle incomprensibili di numeri e parole scritte in “burocratichese”, messe ad arte per fare una cortina fumogena per chi ai lavori non fosse addetto. Il documento permette di individuare facilmente le correlazioni tra promesse fatte, i progetti dell’amministrazione, e il loro tasso di realizzazione. Ecco un esempio:

Al documento non è stato dato un grande rilievo e una grande pubblicità dopo il 2008 e nel 2009 è passato quasi in sordina, attendiamo il 2010. Questo scarso utilizzo informativo del Bilancio sociale si inserisce nel più ampio tema della trasparenza dell’azione amministrativa e della responsabilizzazione degli amministratori sui loro atti di governo comunale. Il tema del rapporto tra amministratori pubblici (ma anche privati) e cittadini (ma anche gli azionisti di una società privata) si snoda, almeno per me, che nel settore economico e finanziario lavoro ogni giorno, attraverso le cosiddette comunicazioni societarie, cioè con i Bilanci.

I bilanci dicono in maniera univoca (se non sono falsi!) come sono state investite le risorse economiche del Comune, da dove sono giunte (tasse, trasferimenti dallo Stato etc.) e permettono di impostare un corretto rapporto tra i titolari dei beni e servizi, i cittadini, e coloro che sono stati delegati a gestirli ed erogarli, gli amministratori democraticamente eletti. Il Bilancio sociale è un documento facilmente comprensibile e, illustra chiaramente, come sono state impiegate le nostre risorse nel settore delle politiche sociale ed educative, quali progetti (promesse) sono state mantenute (e quali no) e quanto sono costate. Il Bilancio contabile invece “rende conto” per ogni esercizio, di solito annualmente (ma volendo anche più frequentemente, semestralmente o trimestralmente), voce di spesa per voce di spesa, di come sono stati impiegati i danari pubblici e la loro origine.

Purtroppo quasi mai avviene che i politici parlino di Bilancio a consuntivo, cioè si impegnino a prendersi delle responsabilità su quello che hanno realizzato, e a che costo, nell’esercizio scorso, permettendo un confronto con quanto promesso in campagna elettorale, invece parlano quasi sempre a braccio, cioè senza citare numeri, e solo di quello che faranno nell’esercizio prossimo venturo. Sfuggendo in tal maniera al controllo sociale sul loro operato.

Il bilancio sociale è in parte anche questo: un modo di esporre chiaramente e in maniera comprensibile quello che l’amministrazione ha realizzato rispetto a quello che aveva progettato, ma deve essere contestualizzato in un quadro di comunicazioni contabili altrettanto chiaro e accessibile, altrimenti rischia di essere una dichiarazione di obiettivi senza il necessario contraltare finanziario e contabile.

Il Bilancio contabile del Comune purtroppo è assolutamente criptico, redatto, come la normativa richiede, in termini amministrativistici e non civilistici e così appostato sul sito del Comune. Non vi è una spiegazione, una guida, una legenda, che aiuti il cittadino alla comprensione dei tabulati, anche uno che per mestiere si occupa di bilanci, fa fatica a muoversi tra quei numeri e riclassificarli in maniera comprensibile e assimilabile a quella di un bilancio civilistico.

Dunque abbiamo un Bilancio contabile “poco leggibile” per non dire “opaco” e un Bilancio sociale ben leggibile e chiaro, ma assolutamente poco pubblicizzato e dunque non “riscontrabile” con il bilancio contabile. Vien da pensare che questa opacità sia ben accolta dai nostri amministratori. Nell’opacità infatti attecchiscono più facilmente i privilegi di pochi a scapito dei diritti di tutti, mentre la trasparenza è un elemento indispensabile (ma non sufficiente) per la legalità e la buona gestione.

Il rapporto tra cittadinanza e amministrazione dovrebbe passare attraverso comunicazioni contabili trasparenti e comprensibili a tutti coloro che volessero conoscerle, mentre le autorità amministrative dovrebbero sostenere questa trasparenza per instaurare un rapporto franco e diretto con la cittadinanza. Quindi ben venga il Bilancio sociale ma per essere davvero efficace dovrebbe essere inquadrato in una comunicazione trasparente dell’amministrazione comunale anche a livello contabile. Dunque un bilancio comunale, sociale e contabile, non solo “esposto” sul sito del Comune, ma spiegato, illustrato, reso comprensibile per tutti, per chi si occupa di finanza e contabilità, ma anche per un concittadino che fa il professore in una scuola media o l’artigiano o il tassista

Infine una nota politica: la trasparenza delle comunicazioni contabili, Bilancio contabile e sociale, sarebbe “metà federalismo a costo zero”, infatti senza alcuna riforma a livello nazionale la trasparenza dei Bilanci permetterebbe già da adesso di far conoscere in dettaglio e in maniera chiara la allocazione e l’origine delle risorse del nostro Comune. Ma forse anche quelle che si sentono spesso sul federalismo sono dichiarazioni che poi non vogliono avere un riscontro effettivo, poiché sarebbe davvero facile fare questo piccolo passo di trasparenza.

Edoardo Ugolini



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