29 marzo 2011

DARSENA, NAVIGLI, TORTONA: IL TERRITORIO NON È CARNE DI PORCO


Navigli e via Tortona trovano il loro punto di giunzione, fisico e simbolico, nella Darsena. Lo strettissimo triangolo all’apice del Ticinese soffre sempre più per la congestione generata dalla localizzazione senza regole, gomito a gomito, dei distretti del divertimento e del design, su di un tessuto urbano prezioso ma delicato. Un tessuto che, proprio per i suoi valori ambientali e storico culturali, attrae sempre più numerose imprese e persone, in un cortocircuito che valoriz-zandola certo come piattaforma unica delle proposte legate al gusto, al loisir urbano, e all’immateriale, induce anche degrado, invivibilità, scarsa qualità urbana.

Qui si può toccare con mano quanto sia dannosa un’idea di governo cittadino che semplicemente “lascia fare”, nella superstiziosa idea che, da soli, i soggetti in causa possano trovare metodo e rimedi efficaci al loro disagio. Così, ristoratori e residenti, negozianti diurni e “giovani di tutte le età”, si contrappongono da anni in un braccio di ferro che sembra senza via d’uscita e da cui tutti escono perdenti. Eppure tutti sarebbero vitalmente interessati a sostenere proposte di sviluppo fondate sul concetto unificante della qualità urbana, cosa che chiede però come condizione essenziale l’entrata in campo di un’amministrazione che si impegni a elaborare una nuova sintesi dell’identità del quartiere. Una sintesi che non occulti quanto di nuovo ormai caratterizza il quartiere, senza però schiacciare quanti ci vivono in un “incubo ad aria condizionata”. Una sintesi che sappia riconoscere nella Bellezza il Bene comune per la sostenibile creazione di valore delle imprese e per la fruizione sociale dei luoghi.
E qui casca l’Asino: non solo la Giunta Moratti non ne è stata capace, limitandosi a una visione ideologicamente pigra della trasformazione del territorio. No, ci ha messo del suo: ecco così sommarsi, al degrado ereditato da quindici anni di centrodestra, un nuovo, gravissimo, sfascio che va messo tutto sul conto particolare della Moratti; il caso Darsena. Altro che Milano città d’acqua! Altro che Expo della sostenibilità!

Da sei (6) anni, divertimento e design hanno, come fondale privilegiato per le loro rappresentazioni del gusto, le evoluzioni di ratti, spazzatura e marciume, abbandono e degrado ambientale e sociale: è un gravissimo danno per tutti, residenti, imprese e ospiti. La Darsena potrebbe essere invece una risorsa in più, una grande riserva di spazio attrezzata (la Piazza d’Acqua), da porre in gioco, nella ricomposizione dei diversi interessi, verso una qualità urbana all’insegna della vivibilità, della memoria e della socialità, valori che non solo migliorano la qualità della vita dei residenti ma “attrezzano”, rafforzandoli, i distretti del divertimento e del design.

L’inadeguatezza e la cattiva volontà politica della Moratti hanno condannato la Darsena a un presente di devastazione, sottraendo a tutti una fondamentale risorsa di vita e sviluppo: questo disastro è simbolo plastico del suo “volere male” a Milano. Per questo non ci si può sottrarre a uno sforzo collettivo che sappia unire alla denuncia serrata di questo stato di cose anche uno sforzo particolare di elaborazione e di proposta innovativa e fare del Ticinese un luogo rinnovato dove socialità, energie imprenditoriali e ospitalità, ri-trovano l’occasione per una nuova e più efficace sintesi.

Le Elezioni del 2011 sono una preziosa occasione per tradurre in concreto la visione e la disponibilità di tanti, residenti, imprese e ospiti, a svilupparla: non sprechiamola.

Giuseppe Ucciero



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