29 marzo 2011

L’AGO DELLA BILANCIA DELLA MASSAIA DI MILANO


Dalla generosa cornucopia della politica milanese è venuto fuori un altro frutto della stagione elettorale: la lista Nuovo Polo per Milano – Palmeri sindaco. Come era da aspettarsi Massimo Cacciari non ha fatto mancare il suo plauso con la stessa foga, misurata, con cui lanciò tempo fa senza successo la ricandidatura di Gabriele Albertini. Forse è il momento che i nostri maitres à penser si dotino di un glossario personale sul loro sito Internet perché quando dicono “sincero democratico, liberale, cattolico, socialista riformista e ambientalista”, come ha fatto Cacciari sul Corriere della Sera di sabato a proposito del Nuovo Polo, io, e temo molti altri, non sappiamo esattamente di che parli. Tutte parole ormai logorate dall’abuso quotidiano, quasi impronunciabili. Impronunciabili senza un minimo di declinazione in esempi pratici. Cosa vuol dire essere democratici nei confronti del traffico urbano, tanto per fare un esempio? Cosa vuol dire essere socialisti riformisti nei confronti dell’addizionale ICI?

Ciò detto, perché plaudire alla nascita di un nuovo gruppo tanto ectoplasmatico (per il momento almeno) che invece di un programma usa queste logore parole? Perché invece poi bollare la candidatura di Pisapia come “l’illusione di un governo senza progetto, anima e respiro”? Misteri dell’anima sua umana o rancore verso la classe politica che non l’ha “capito”? Se il problema è di comprensione non abbiamo comunque fatto un passo avanti. Questa nuova formazione dovrebbe essere l’ago della bilancia della casalinga di Voghera, quella che i voti li da davvero. Ne dubito. Il fascinoso ruolo di ago della bilancia non è buono per tutte le stagioni.

Nel Paese, e dunque anche a Milano, si scontrano due blocchi antitetici che somigliano più a tifoserie del calcio che non a segmenti di una medesima convivente società. In queste circostanze come è possibile chiedere voti per essere l’ago della bilancia? Il nostro Paese è ormai politicamente manicheo. La casalinga di Voghera, anzi quella di Milano, o ama la Moratti o la detesta e, se la ama, la ama per quelli che i suoi avversari considerano i suoi peggiori difetti: l’arroganza del potere, l’atteggiamento sociale da dama di carità, l’incultura, un’inesorabile tendenza al laissez faire, il disprezzo per gli organi elettivi e l’abitudine di dare sempre ragione al suo interlocutore, salvo poi fare sempre di testa sua.

L’ago di questa bilancia sta puntando lì? O sta puntando invece a fornire al candidato Pisapia una sponda elettorale moderata per smussare quelle asprezze del suo programma (quali?) o della sua personalità che gli alienerebbero un certo elettorato più moderato ma ormai insofferente verso un sindaco e una Giunta che non ha combinato nulla di buono e soprattutto nulla di nuovo? O il Nuovo Polo pensa di riuscire a non prendere posizione e barcamenarsi tra detto e non detto fino al ballottaggio e poi trattare con quello dei contendenti che sembrerà il probabile vincitore? Un magnifico segnale di coerenza politica o, più semplicemente, il potere per il potere.

Staremo a vedere ma se, come continuano a dire, quest’operazione ha come scopo principale portare alle urne i disaffezionati della democrazia rappresentativa, il popolo del tirare a campare, gli scettici di professione e i giovani, per questi ultimi e per tutti gli altri l’obbiettivo si raggiunge solo con la massima chiarezza sui propri orientamenti. Se saremo nel regno dell’ambiguità la battaglia è persa sin d’ora e avremo troppo tardi capito chi è stato ha posare l’ultimo tassello della sconfitta del rinnovamento.

L.B.G.



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti