1 febbraio 2011

MASSEROLI: RESPINGERE, RESPINGERE, RESPINGERE


La giunta comunale ha approvato il 19 gennaio le controdeduzioni alle osservazioni al PGT, che si possono trovare sul sito www.msacerdoti.it/pgtosservazioni.html. Stranamente il comune non le ha pubblicate sul suo sito, forse non vuole far sapere a chi ha presentato le osservazioni che la ha quasi tutte respinte. Delle 4.765 osservazioni presentate solo 202 sono state accolte totalmente, 147 parzialmente e 4.416 non accolte. L’assessore Masseroli aveva promesso fin dall’inizio di ascoltare la città, soprattutto quando sollecitava al consiglio comunale una rapida adozione. Diceva che dopo l’adozione si sarebbe aperto un grande dibattito sul PGT e che sarebbe stato modificato in base alle richieste che sarebbero pervenute.

Invece lo ha blindato, come d’altra parte aveva fatto fin dall’inizio. Nella fase di Valutazione Ambientale Strategica, quando era obbligatorio ascoltare i cittadini, non ha organizzato i workshop promessi dopo quelli iniziali del luglio 2009, ha incontrato associazioni e consigli di zona senza presentare il documento di piano che doveva essere sottoposto a discussione e, quando finalmente ha pubblicato il documento a fine luglio 2010, ha respinto tutte le osservazioni con risposte tutte uguali e molto sintetiche.

Quando i consigli di zona nell’ottobre 2010 hanno presentato pareri articolati sul piano, con contestazioni anche da parte dei consigli con la maggioranza di centro destra, ha ignorato tutte le richieste di modifica dicendo che sarebbero state prese in considerazione dopo l’adozione. La stessa cosa ha fatto con i pareri delle parti economico-sociali, previsto dalla legge regionale urbanistica prima dell’adozione. Quando i consiglieri comunali di opposizione hanno deciso di discutere seriamente il piano e hanno presentato i loro emendamenti che riprendevano le osservazioni presentate in sede di Vas e dai consigli di zona ha continuato a sostenere che si doveva adottare il piano così com’era per poi modificarlo dopo l’adozione in sede di controdeduzioni delle osservazioni dei cittadini.

Ha poi dovuto intavolare una trattativa per evitare l’ostruzionismo dell’opposizione e ha dovuto cedere su alcuni punti, riducendo alcune volumetrie e aumentando la quota di housing sociale obbligatorio negli ambiti di trasformazione. Ma evidentemente questo era il massimo che era disposto a concedere. Le osservazioni che sono state accettate sono solo quelle relative a errori materiali e di fatto, quando i proprietari delle aree hanno dimostrato che le loro proprietà non erano inserite correttamente. Saltano all’occhio tre modifiche favorevoli ai privati.

Beni Stabili ha ottenuto la liberalizzazione delle destinazioni d’uso dei due grattacieli sopra la stazione di Porta Garibaldi, costruiti dalle Ferrovie come opere pubbliche senza pagare oneri di urbanizzazione e standard e che quindi non utilizzabili per uffici privati. Il Comune e la Provincia volevano acquistarle ma poi hanno rinunciato e a questo punto rischiavano di rimanere vuoti, dato che le Ferrovie hanno trasferito i loro uffici a Greco. Ora Beni Stabili, che li ha acquistati dalle Ferrovie, potrà destinarli a uffici pagando oneri e standard.

Le Ferrovie hanno ottenuto di ridurre la quota obbligatoria di housing sociale dal 35% di tutta la Slp prevista al 35% della sola edilizia residenziale: sono esattamente le quantità previste nell’accordo di programma che evidentemente non si sono volute aumentare, per evitare di non avere sufficienti ricavi per le nuove stazioni lungo la cintura ferroviaria. Le Ferrovie hanno anche sostenuto che i costi previsti dal Comune per nuove stazioni e interramenti sono superiori a quelli calcolati dal Comune.

De Albertis di Assimpredil ha ottenuto che le transazioni di cessione di diritti volumetrici relativi alla perequazione urbanistica non debbano passare obbligatoriamente attraverso l’agenzia pubblica prevista: potranno essere fatte direttamente tra i proprietari delle aree lasciando all’agenzia la gestione delle operazioni più piccole in cui acquirente e venditore non si conoscono. Il risultato sarà di non rendere trasparente il mercato dei diritti, contrariamente ai mercati azionari che prevedono l’obbligo della concentrazione in borsa delle compravendite. E’ evidente che il valore dei diritti nelle grandi transazioni dipenderà dal valore delle aree dove atterreranno.

Le osservazioni della Rete dei Comitati Milanesi, di altri comitati cittadini e delle associazioni ambientaliste sono state tutte respinte, nonostante lo sforzo effettuato per proporre modifiche puntuali e motivate dall’interesse pubblico, definendole “discordanti con lo strumento”. Le osservazioni per una migliore salvaguardia del Parco Sud sono state rinviate alla definizione dei Piani di Cintura mentre quelle relative alla viabilità sono state rinviate al Piano Urbano della Mobilità. Anche le osservazioni tecniche presentate dal Collegio degli Architetti e Ingegneri sono state quasi tutte respinte. In conclusione il PGT che va all’approvazione del consiglio comunale a partire al 24 gennaio è quasi identico a quello adottato. L’assessore si vanta del fatto che solo lo 0,1% dei milanesi ha presentato osservazioni e quindi la grande maggioranza è d’accordo e ha citato il consenso degli agricoltori.

E’ ovvio che non tutti possano presentare osservazioni al PGT che è un tema molto complesso ma le osservazioni non possono essere paragonate a un referendum. Gli agricoltori sono ovviamente d’accordo perché i terreni che lavorano diventeranno di proprietà pubblica ma non sono d’accordo i milanesi su cui pioveranno davanti alle loro case le enormi volumetrie generate dai terreni agricoli: una lotta tra poveri in cui guadagneranno gli attuali proprietari delle aree agricole come Ligresti, che otterranno un ricavo su terreni acquistati a un prezzo molto basso in quanto non edificabili. Ora il consiglio comunale ha deciso a maggioranza di approvare il PGT suddividendo le osservazioni in 8 temi e votando insieme quelle accolte, quelle parzialmente accolte e quelle non accolte, in tutto 24 votazioni da effettuare entro il 14 febbraio. L’opposizione ha comunque presentato 2.700 emendamenti che riprendono le osservazioni non accolte.

Alcune sentenze dei tribunali amministrativi dicono che le osservazioni devono essere votate singolarmente. Nella sentenza del 2007 che ha annullato il PGT di Buccinasco è scritto che la richiesta di votare le singole osservazioni é “perfettamente logica e ragionevole specie con riferimento agli atti di contenuto complesso come gli strumenti urbanistici, i quali richiedono un esame analitico dei singoli punti in cui si esprime il disegno pianificatorio, sia perché ciascun punto può ben prestarsi a valutazioni diverse da parte dei singoli consiglieri, ancorché componenti della stessa maggioranza consiliare, sia per consentire ai consiglieri che eventualmente versino in conflitto di interessi di astenersi sulle scelte in cui si presenti una situazione conflittuale, votando invece quelle ove non vi sia motivo alcuno di astensione.”

Si preparano quindi numerosi ricorsi al Tar da parte di consiglieri, associazioni e comitati. Un appello per una attento esame delle osservazioni presentate è stato lanciato da Libertà e Giustizia che ha indetto per mercoledì 2 febbraio alle 18.30 allo Spazio Krizia in via Manin 21 un incontro di sostegno.

Comunque se il PGT non viene approvato ritorna in validità il precedente PRG che è sicuramente migliore del nuovo piano urbanistico, ad esempio dà diritto ai consiglieri comunali di discutere e modificare i piani attuativi mentre con il PGT sono adottati dalla giunta e non dal consiglio, prevede 44 mq ad abitante per i servizi invece dei 18 mq del PGT e limita le densità edilizie a 1 mq di slp su 1 mq di area fabbricabile, invece di 2,3 mq di Slp del PGT. Come ha dichiarato il candidato sindaco del centro sinistra Pisapia chiedendo una moratoria,
è scorretto che l’attuale maggioranza vincoli il prossimo consiglio sulla politica urbanistica della città. La maggioranza che vincerà le elezioni, se diversa da quella attuale, si troverà a dover gestire un PGT non condiviso e a dover avviare immediatamente una sua revisione, che potrebbe necessitare di un periodo lungo. Il documento di piano dovrebbe essere il programma urbanistico del sindaco e durare i cinque anni della sua legislatura: il nuovo sindaco si troverebbe a gestire il piano del sindaco precedente.

Michele Sacerdoti



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