21 dicembre 2010

A SINISTRA UN PROGRAMMA COMUNE


Ieri mattina, con la conferenza stampa tenuta da Giuliano Pisapia, presenti Stefano Boeri, Valerio Onida e Michele Sacerdoti, si sono avviati i lavori per il famoso programma elettorale col quale il centro sinistra si avvia ad affrontare le prossime amministrative (vedi i 4 video visibili in calce a questa pagina di Arcipelagomilano). Dopo le varie Fabbriche, Laboratori, Gruppi idee e progetti eccoci arrivati all’Officina per la città: questo è il nome scelto per il think tank che si è messo al lavoro con l’intento di riunire in un’unica sintesi i programmi che i singoli candidati alle primarie hanno utilizzato per la loro campagna elettorale.

Pisapia, il candidato sindaco, sembra muoversi con disinvoltura nel suo nuovo compito, quasi una mission impossibile: tenere insieme i cocci di quel largo movimento di opinione che, malgrado tante disillusioni, fa riferimento al centro sinistra. La partecipazione a questo think tank è aperta ai contributi di chi si senta portatore d’idee e interessi che possano trovare espressione e soddisfazione in una politica di sinistra. L’orizzonte degli 11 gruppi tematici che si sono costituiti è molto ampio e vi si collocano tutti i grandi temi della città e i grandi problemi. Non si è parlato dei programmi dei partiti della coalizione, a meno che gli stessi non intendano adottare come proprio il programma stilato da Giuliano Pisapia, che ha approfittato dell’occasione per annunciare che l’Italia dei valori entra formalmente a far parte della coalizione mentre di Sel (Sinistra, ecologia e libertà) non si hanno ancora notizie.

Gli 11 gruppi tematici lasciano ancora qualche perplessità da un lato per la vastità dello scenario dall’altra per qualche vistosa omissione (vedi problema di genere con l’annessa questione della registrazione delle coppie di fatto). Speriamo che queste omissioni non siano solo il timore di affrontare temi sensibili che rischiano di incrinare quella che oggi appare un’unanimità d’intenti. Lasciando scorrere però davanti agli occhi i programmi dei candidati, così come li avevano espressi, qualche osservazione viene spontanea e li riguarda tutti, così come potrebbe riguardare la loro sintesi. Si ha l’impressione che alcuni delle proposte fatte, ancorché interessanti, troverebbero soluzione in provvedimenti che eccedono i poteri che la legislazione assegna ai Comuni per le loro attività amministrative.

Questo non vuol dire che non le si debbano affrontare ma che richiedano una lunga e defatigante trattativa per correggere la legislazione di livello superiore, sempre che ci si riesca visto il probabile – purtroppo – diverso colore politico. Un caso tipico è quello della legislazione urbanistica in atto e in fieri. La stessa osservazione, ahimè, va fatta per tutte quelle opere infrastrutturali e di servizio pubblico che dipendono da enti diversi rispetto al Comune e che pure sono indispensabili per la vita della città ma soprattutto per il benessere dei cittadini: solo di sfuggita accenno ai servizio ferroviario per i pendolari che, pur non essendo cittadini votanti a Milano sono, quasi come gli emigranti, una delle grandi fonti di ricchezza per la nostra città, ricchezza che supera di lunga il loro costo in termini di servizi urbani.

Da ultimo, ma questo tema potrà essere ricuperato, il sostegno e la tutela del cittadino nei confronti degli enti e delle amministrazioni pubbliche che esercitano la loro attività nell’assistenza alla popolazione o nella prestazione di servizi alla persona: un caso per tutti è l’assistenza sanitaria pubblica e privata e le liste di attesa. Altro ancora vi sarebbe, ma da qui all’inizio della campagna elettorale non manca il tempo per gli aggiustamenti di tiro. Un’ultima considerazione. Non dovremo mai dimenticare la difficoltà tecnica ed economica di far giungere agli elettori questi messaggi programmatici, dopo averli selezionati e aver scelto quelli di maggior incisività e trasmissibilità. Non molti ma chiari.

 

LBG



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