16 novembre 2010

DOPO LE PRIMARIE NON SBAGLIARE ANCORA


Più volte dalle colonne di questo giornale avevo suggerito al Pd di non alitare troppo sul collo di Stefano Boeri e di non presentarlo all’opinione pubblica come un “suo” candidato: per vincere non ne aveva bisogno e questa manona sulla spalla gli ha alienato molte simpatie proprio tra quel ceto medio delle professioni del cui voto andava in cerca. Mi sembra che così siano andate le cose e il Pd esce sconfitto da questa battaglia ma in particolare ne esce sconfitto Filippo Penati che voleva essere il king maker di questa partita: Martina, Cornelli e Majorino forse hanno colpe, principalmente quella, anche dovuta a scarsa conoscenza del ventre vero della città, di non aver saputo far capire a Penati e Bersani che la strategia messa in campo a Milano era perdente.

Per riconquistare la fiducia dell’elettorato ci vogliono tempo e idee: meglio per ora lasciare che la società attiva faccia da sé. Si dirà che anche Pisapia aveva dietro dei partiti, in particolare Sinistra e Libertà con Vendola, ma non è certo stato un sostegno “operativo” (denari e altre risorse) consistente. Pisapia ha vinto per meriti suoi, così come il 13% di Valerio Onida è stato conquistato sul campo. Adesso c’è solo un modo per sbagliare: quello che alle prossime elezioni comunali l’ala più a sinistra del centrosinistra rivendiche nei confronti di Pisapia una sorta di primogenitura vanificando il disegno, cullato da molti, che attorno al candidato sindaco si riuniscano tutte le componenti del centro sinistra, questa volta accomunate dal reale desiderio di battere il centro destra.

Questo numero di ARCIPELAGOMILANO raccoglie le opinioni e le considerazioni di chi si era schierato per un candidato o per l’altro o non si era schierato affatto: contributi tutti per una discussione appassionata e civile guardando a quello che sono state le primarie e attenti a uno sbocco possibile. Una sorta di preoccupazione le accomuna tutte ed è anche la mia: che si avvii una fase di resa dei conti tutta interna al mondo della politica istituzionale o l’ennesimo dibattito sui rapporti tra la parte politicamente più attiva della società e i partiti. Di questo proprio non abbiamo bisogno ma del contrario. L’attesa, sperata, desiderata vittoria del centro sinistra a Milano ha un solo presupposto: la capacità del candidato di convincere gli elettori che è possibile un nuovo patto tra sindaco e cittadini.

Un patto, una alleanza che va ben al di là delle divisioni ideologiche perché nessun progetto sul futuro di Milano può fondarsi sull’indifferenza della cittadinanza che deve essere chiamata invece a collaborare: la soluzione di molti, per non dire tutti i problemi sul tappeto passano attraverso un cambiamento del nostro atteggiamento, delle nostre abitudini, del nostro stile di vita. Il nuovo sindaco, forte di quest’alleanza che deve coinvolgere le istituzioni milanesi come le università, può forse cullare il disegno di portare Milano a divenire una città modello del terzo millennio, magari passando per una vera rivisitazione del programma per fare Expo 2015. Con un sindaco di centro sinistra.

 

LBG

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti