26 ottobre 2010

PRIMARIE: UNA TELENOVELA?


Meno di trenta giorni alle primarie del centrosinistra, Giuliano Pisapia in testa nei sondaggi, Boeri insegue a distanza recuperabile, mentre Valerio Onida sembra molto lontano da quelli che sono i “veri” contendenti e l’outsider Sacerdoti svolge un ruolo dichiaratamente di testimonianza. Ma il “sondaggio” di gran lunga più rilevante è quello che vede i tre possibili candidati praticamente sullo stesso piano nel confronto ipotetico con il Sindaco uscente Letizia Moratti: tutti “sotto” di un paio di punti percentuali e con Donna Letizia molto al di sotto della fatidica soglia del 50 per cento che le permetterebbe di non andare a quel secondo turno dove anche i suoi sostenitori più fedeli pensano che le possibilità di ottenere un secondo mandato scenderebbero drasticamente.
Nella prima parte del confronto i tre candidati non solo hanno praticato un fair play reciproco che in certi momenti di confronto pubblico ha perfino sconfinato nella noia mortale, ma sono stati capaci di non lacerarsi politicamente, secondo la consolidata tradizione della sinistra, milanese e non, della “Seconda Repubblica”, dando l’impressione di essere tutti parte di uno stesso comune sentire e di avere tutti lo stesso obiettivo prioritario. Il temuto reciproco dipingersi come “estremista”, “consulente di Ligresti” o “troppo vecchio” è comparso in maniera del tutto marginale ad opera di qualche supporter troppo zelante che non manca mai, ma nel complesso la questione della scelta del candidato alle primarie è vista come quella del “più adatto fra noi” a sfidare il centrodestra nella sua roccaforte.
Altro effetto quasi miracoloso, nessuno dei tre ha commesso la fesseria di snaturarsi e di assumere i temi del centrodestra come propri, in preda a quella singolare forma di “sindrome di Stoccolma” che ha colpito soprattutto il Pd e i suoi candidati plurimi come Penati: il fastidioso fenomeno del “leghismo di sinistra” o dell’immobiliarismo proletario e cooperativo non ha avvelenato il clima delle primarie.
Da una compagnia come quella del centro sinistra pretendere che tutto filasse liscio come l’olio era oggettivamente troppo. Le punture di spillo fra Onida e Boeri in merito all’utilizzazione degli indirizzari del Pd, punta dell’iceberg della sorda “guerra” interna inopinatamente innescata dai vertici locali del partito trasformando in una prova di forza interna la candidatura di Stefano Boeri, si sono d’improvviso trasformate in una “guerra dei Roses” con l’anziano e inflessibile ex presidente della Corte Costituzionale impegnato a bacchettare duramente i dirigenti locali del suo stesso partito.
La patente violazione di ogni regola di fair play avvenuto con il diluvio di lettere ed email del segretario provinciale che invitava a sostenere un a suo dire ignaro Boeri, senza nominare né l’iscritto anzi fondatore del Pd Onida né tantomeno l’“estraneo” Pisapia, è diventata per il professore ragione per una due giorni di bombardamento mediatico sul quartier generale. Mentre scriviamo giunge notizia del fatto che il buon senso è tornato a far capolino un po’ ovunque e il processo partecipativo innestatosi un po’ ovunque in città non si è arrestato.
Occorre riconoscere che a questo clima diciamo sereno ha contribuito anche il sistema dell’informazione milanese. La stampa di centro destra, il Tg Rai Regionale e la maggior parte delle tv locali, per non saper leggere e scrivere, ignorano sostanzialmente quanto avviene nel mondo delle primarie, probabilmente anche perché imbarazzati dal raffronto fra la cerimonia dell’Unzione della candidata del centro destra, continuamente rimandata anche per mantenere il prezzo ai livelli alti di mercato e un rito democratico che per la prima volta ha assunto un suo significato con la competizione “vera” innescata dalla candidatura di Giuliano Pisapia che ha impedito i tradizionali giochi di corridoio a esito ritardato delle ultime consultazioni.
L’informazione non schierata e dell’area della sinistra, Corriere e Repubblica in testa, non sono entrati nella partita “adottando” un proprio campione (solo Il Riformista lo ha fatto, ma in maniera chiara con un editoriale titolato “Noi votiamo Pisapia”) garantendo fino ad ora una buona e obiettiva copertura della campagna .
Miracolo a Milano, questa volta senza l’apporto di Dario Fo: vuoi vedere che il centrosinistra riesce a effettuare una scelta democratica, verosimilmente tra Pisapia e Boeri, senza danni collaterali e senza azzoppare in partenza il proprio “cavallo”?
P.S. Per adeguarsi al clima di trasparenza e fair play appena lodato, corre l’obbligo di ricordare ai lettori che l’autore è aperto sostenitore di Giuliano Pisapia…

Franco D’Alfonso



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