26 luglio 2010

SANTA GIULIA. PAGARE E MORIRE AVVELENATI


 

I nostri commenti sul sistema lombardo delle bonifiche ambientali sono sempre stati improntati alla massima sobrietà. Abbiamo sempre cercato di mettere in evidenza i meccanismi urbanistico-finanziari del “rito”, considerando gli aspetti delittuosi nient’altro che un residuo. Anche se si tratta di un residuo affatto insignificante ci piacerebbe mantenere questo registro. Non è facile. L’ultimo atto dell’inchiesta Grossi, che ha portato addirittura al sequestro dei terreni di Santa Giulia, prova inequivocabilmente che, almeno a Milano, la programmazione urbanistica è morta e sepolta e che il principio guida del bene pubblico è scomparso con questa.

Gli affari immobiliari più sono voluminosi meglio rivelano la loro intrinseca natura di “macchine per produrre denaro”. La casa era una macchina da abitare secondo Le Corbusier, e la città una macchina per viverci. La casa e la città si sono ormai tendenzialmente trasformate in macchine per creare moneta: moneta falsa dal punto di vista dell’economia reale, perchè priva di sottostante equivalente, moneta reale per i faccendieri, pubblici e privati, indaffarati del “disossare” il territorio. E’ un sistema, questo, che non può vivere senza la complicità e la correità delle istituzioni. Le prove di quest’affermazione sono nei fatti e vanno ben oltre le meschine difese degli amministratori che si riparano dietro i pareri dell’Arpa o di altre strutture tecniche.

Qualche anno fa Grossi e Zunino vennero anche da me, in quanto sindaco di Pioltello, per sondare la possibilità di mettere assieme l’affare Ortomercato con l’affare Sisas. Un superaffare da qualche miliardo di euro, praticamente a rischio zero. Si trattava di prendersi gratuitamente l’area di Pioltello- Rodano, “bonificare” in qualche maniera, portarci l’ortomercato e nello stesso tempo liberare l’area dei mercati generali, anche qui con poca spesa, e costruirci sopra un quartiere. Un’operazione così, solo a pensarla, richiede la partecipazione di molto di più che una semplice “testa di ponte” istituzionale. Richiede una regia complessa capace di assicurare i passaggi delle aree senza fare gare, le nuove destinazioni d’uso dei terreni, compiacenze nei controlli sulle bonifiche, capacità manovriera nell’interagire col mondo della finanza e del credito. Infatti la mia domanda fu: “Ma come potete proporre un’operazione di questo tipo senza essere proprietari di nulla?” Senza contare poi che, nel caso dell’ortomercato, c’era e c’è da fare i conti con un terzo incomodo che sarà difficile mettere all’angolo. La ‘ndrangheta.

Un altro episodio significativo della commistione pubblico-privato, a tutti i livelli, riguarda le compensazioni recentemente assicurate ai comuni stessi, Pioltello e Rodano, che, per dirla alla Di Pietro, sono ridotti al ruolo di “prenditori di tangenti”. Nel caso di questo sito, infatti, per forzare la mano ai comuni nell’accettare le bonifiche in cambio in cambio del solito centro commerciale, stato e regione si sono impegnate a girare ai comuni somme di una certa consistenza. E i comuni hanno accettato: un po’ di soldi da spendere per una facile campagna elettorale in cambio di effetti territoriali devastanti che tanto si vedranno solo dopo un po’ di anni. Questa sì che è lungimiranza!

Capito come funziona? Il territorio produce denaro in quantità e tutti sono invitati alla festa. Ovviamente in proporzione al proprio peso. Tutti sapevano di Grossi e Zunino, tutti sapevano da dove provenivano quei soldi, tutti sapevano che nuovi centri commerciali non servono. E tutti erano davvero poco interessati alle bonifiche. Tanto che il relativo progetto, voluminoso diversi faldoni, fu approvato da tutti più o meno tra Natale e capodanno.

Torniamo un secondo sull’aspetto urbanistico. Santa Giulia: i cittadini che hanno acquistato casa in edilizia convenzionata, hanno risparmiato rispetto ai prezzi dell’edilizia libera. Però l’edilizia libera non si farà più e quindi quel parametro di riferimento è del tutto fasullo. Chi li risarcirà della truffa subita? Senza contare poi che la casa che hanno acquistato era in teoria inserita in un contesto progettuale che determinava in buona parte il valore dell’alloggio stesso. Chi compra casa prende in considerazione una molteplicità di fattori, oltre allo specifico manufatto: il contesto appunto, i servizi di vicinato, i trasporti, la sicurezza del quartiere, eccetera. A Santa Giulia è cambiato tutto, ma i prezzi sono rimasti quelli e le banche, che prima hanno foraggiato Grossi e Zunino, pretendono a scadenza le rate dei mutui. A Santa Giulia e sotto i terreni della Sisas c’è ancora tanta porcheria, ma nelle istituzioni lombarde e nel mondo della finanza immobiliare ce n’è sicuramente di più.

 

Mario De Gaspari



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