11 gennaio 2010

IL SINDACO MORATTI AVVELENA I POZZI


Il sindaco Moratti avvelena i pozzi della politica: solo acqua avvelenata per una città assetata di “nuova politica”. Come lo fa? Lo fa con l’operazione Craxi, la più clamorosa e recente, come lo ha fatto con l’ordinanza sugli alcolici, sull’ecopass e con gli ondivaghi provvedimenti sui parcheggi tanto per scorrere l’infinito elenco. L’operazione Craxi è la più cinica e anche quella nella quale ha speso di più la sua immagine andando persino a farneticare su YouTube, dove paragona Craxi, il cosiddetto Grande Statista, a Giuseppe Garibaldi e Giordano Bruno condannati ma riabilitati dalla Storia, dimenticando la differenza tra reati di opinione e reati penali, forse perché non le è nemmeno chiaro il concetto di reato.

Perché lo fa? Perché ha imparato anche lei come gli altri la lezione della politica berlusconiana: creare zizzania, cercar di spaccare il fronte avversario (ma anche spiazzare gli alleati scomodi) gettando loro in mezzo alle gambe questioni ideologiche attorno alle quali sperare che si azzuffino. Far risorgere dalla tomba fantasmi scomodi, frugare nel passato delle persone cercando ombre grigie, spazzatura di ogni genere, questa è la strategia di governo del Paese e della città, alla faccia dei continui richiami alla concordia e alla moderazione. In questo clima di rissa e di confusione i veri problemi, quelli della gente comune, si annacquano, l’opinione pubblica è distratta: non ci sono più i cristiani da far sbranare al Circo Massimo, alla Moratti basta il circo mediatico del quale Berlusconi è il re e lei un fedele (recente) vassallo.

In tutta quest’ansia di riabilitazione di una “vittima” illustre del sistema giudiziario ci si dimentica delle altre vittime: quelle del craxismo milanese. Gli anni del potere di Craxi su Milano sono stati gli anni di una generale “conventio ad escludendum”: tutti gli architetti erano socialisti o non erano, gli avvocati amministrativisti, giovani e meno giovani, o erano socialisti o non erano, le imprese di costruzione o avevano qualche santo socialista o qualche intermediario in quel mondo o non lavoravano, persino per una poltrona a teatro si passava per la segreteria del PSI. Ci ricordiamo le Piramidi di Panseca all’Ansaldo e le imprese “invitate” ad allestire stand e padiglioni alle feste socialiste? Certo il costume non era nuovo: il PC in Emilia da tempo aveva attuato la sua “conventio ad escludendum” con le sue cooperative come nella rossa Toscana e la Balena bianca, meno rumorosamente, in Veneto non era da meno e oggi ci si cimenta Comunione e Liberazione.

Ma gli ultimi arrivati allora, i socialisti di Craxi, si sono mostrati più abili dei loro epigoni. Chi non ricorda la battutaccia di quei tempi su di loro: «Abbiamo aspettato tanto adesso busta!»? Sono i vecchi eterni sistemi di una politica senza ideali o di quando gli ideali, largamente condivisi, diventano il cavallo di Troia dei mestieranti della politica. Si continua in questi giorni a parlare del fiuto politico di Craxi, e la nostra Letizia ancor oggi lo apprezza ma, come lei, Craxi aveva invece poco fiuto nella scelta dei suoi più stretti collaboratori. Certo nella vita si può cambiare ma dove sono le stimmate del socialismo in Cicchitto, in De Michelis, in tutti i politici socialisti di più o meno lunga lena finiti nelle fila di Berlusconi? E nei figli di Craxi? Dove sono finite quelle stimmate nei ministri ex socialisti (anche ex comunisti) finiti in questo Governo? E tutti quelli che da questi “regimi” sono stati tenuti al margine della vita professionale e sociale di chi sono le vittime? Di chi sono vittime le aziende penalizzate dalla concorrenza travolta e annullata in un mercato sconvolto dalla corruzione? Di un fato cinico e baro?

Caro sindaco, perché fa finta di non sapere che abbiamo capito che la riabilitazione di Craxi è una sorta di assoluzione preventiva per i reati passati se mai dovessero ancora emergere ma soprattutto per quelli futuri? Il sacrificio che lei chiede alle vittime del craxismo, alla città intera, quello di sopportare l’oltraggio di questa intestazione è il prezzo della sua ricandidatura a sindaco? Non possiamo essere così generosi.

LBG



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